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Tik tok…Tempo scaduto

di Dino Barbarossa

L’emergenza educativa è una questione sociale da tanto tempo, certamente è stata amplificata dalla pandemia sanitaria, trovando impreparati genitori, educatori, politici, economisti,…

Nell’era tecnologica i nostri ragazzi ci sono innestati pienamente, sono – come si dice – “nativi digitali” e sono in grado di “insegnare” agli adulti le tecniche digitali, cosi come sono in grado di nasconderne gli aspetti più reconditi e pericolosi.

Certamente, genitori ed educatori potrebbero essere più attenti, a partire da quando consentono con troppa facilità ai loro figli di accedere ai canali digitali. Ma non vi è dubbio che i ragazzi hanno ormai tanti, troppi strumenti e la giusta furbizia sin da piccoli per superare le limitazioni dei loro genitori o educatori.

Si pone un problema più ampio, di una società che è ornai schiava della tecnologia ed in cui della tecnologica non si conoscono né confini né logiche e strategie.

Proliferano strumenti sempre più sofisticati, che governano non solo le logiche familiari, ma anche quelle sociali, economiche e politiche.

Piattaforme di ogni genere indirizzano la vita delle persone in direzioni spesso imperscrutabili e di cui non è possibile comprendere il fine.

Come possono i bambini e i ragazzi che nascono in questa società a liberarsi dalla schiavitù?

Nella loro solitudine affettiva e relazionale, si scoprono fragili mentre si sentono onnipotenti, capaci di dominare ciò che neppure riescono a comprendere, che li attanaglia fino a soffocarli.

Si, proprio il fatto di cronaca inquietante della bimba di 10 anni soffocata da un tragico gioco è il sintomo di un problema sconfinato e incomprensibile.

Se è vero che la pandemia ha soprattutto colpito le persone anziane e fragili, è altresì vero che i bambini e i ragazzi sono coloro che portano e porteranno per tanto tempo i segni dell’isolamento provocato dalle misure di contenimento della stessa pandemia.

Abbiamo giustamente stigmatizzato i comportamenti incoscienti di tanti giovani, apparentemente incuranti delle conseguenze degli assembramenti e della promiscuità, ma è un fatto scientifico che quando stappi una bottiglia di champagne ben tenuta chiusa per tanto tempo, l’effetto è deflagrante.

Le uniche strategie per contrastare l’emergenza educativa – ovvero le strutture scolastiche – hanno alzato ben presto bandiera bianca, vittime di un’idea “conservativa” e priva di logica. Sarebbero stati e sarebbero luoghi sicuri per una convivenza e convivialità per bambini e ragazzi, un antidoto agli effetti dell’isolamento.

Peraltro, la chiusura delle Scuole ha acuito le differenze sociali fra bambini e ragazzi, con tanti di loro che non hanno avuto e non hanno strumenti educativi alternativi per rimanere agganciati alla proposta “a distanza” fatta dalla Scuola.

Sono i giovani, oggi, «i nuovi poveri», ha detto il Car. Bassetti, «Bambini orfani di genitori vivi» e «giovani disorientati e senza regole».

Non so dire se siamo ancora in tempo per cambiare il trend pericoloso ed avvinghiante che circonda i bambini e i ragazzi, perché anche noi adulti siamo “anestetizzati” e impotenti di fronte alle seduzioni della tecnologia, non siamo in grado di dare l’esempio ai piccoli.

So per certo che il tempo è scaduto, non c’è più tempo per salvare l’umanità perduta, dobbiamo acquisirne consapevolezza prima di contare i morti, i feriti nella mente e nel corpo, i comportanti violenti e insensati.

Se posso permettermi un suggerimento, mettiamo da parte la generazione di noi genitori e puntiamo decisamente sul rapporto fra i bambini e i ragazzi ed i loro nonni, proprio quelli che abbiamo emarginato ed isolato e che il coronavirus ha “sterminato”.

C’è una profonda solitudine tanto per gli anziani quanto per i giovani, ed è questa solitudine che alimenta scelte radicali e spesso inumane, che i primi subiscono e i secondi agiscono.

Gli anziani, i nonni, hanno la saggezza della memoria, quella che non fa dimenticare le guerre, le dittature, la costituzione, la cultura, la bellezza.

Diamo fiducia ai nonni per salvare i bambini, per salvare il futuro, il tempo è davvero scaduto.


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