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Guerra e Pace

di Dino Barbarossa

Non ho sentito nessun leader politico, religioso, sociale o economico dire che vuole la guerra, però ho sentito ogni giorno di scelte politiche, religiose, sociali ed economiche volte a fomentare e sostenere le ragioni della guerra.

Nel campo della leadership, solo Papa Francesco ha espresso chiaramente il desiderio della Pace come assenza di guerra, ma, appunto, è rimasto solo.E non perché sia l’unico a credere nella Pace, bensì perché la gran parte di coloro che lo credono sono estremamente incoerenti. Si, perché la Pace come assenza di guerra non riguarda solo una declaratoria più o meno accattivante posta in essere da un pulpito in giacca e cravatta. Ed è bene dire che, mentre la gran parte dei “pacifisti” ha scelto i social e i tolk show, ci sono stati coloro che si sono spinti più avanti, addirittura coloro che hanno fatto i loro scoop dal campo di guerra.

In tutto questo tempo mi sono convinto di due cose: la prima è che della Pace interessi poco, perché la guerra è un affare. La seconda è che la guerra nasconde le immense nefandezze dell’animo umano che sta distruggendo il Pianeta e tutto ciò che ne fa parte, compresi i simili. Per questa ragione abbiamo bisogno di gesti concreti e diffusi di “costruttori di Pace”, possibilmente di quel processo di contaminazione del bene, perché diventi il bene di tutti.

Serve, cioè, volere la pace nel luogo e nelle relazioni proprie per ambire ad una pace universale.

Essere “Costruttori di Pace” vuol dire esserne testimoni credibili e, in molti casi, martiri della Pace. Pensate a persone come Ghandi, Oscar Romero, Nelson Mandela e tanti altri meno noti che hanno vissuto concretamente la Pace e pagato questa scelta con la loro vita. Pensate a don Pino Puglisi, “tre P – Pace – Parola – Poveri”…si, perché queste tre parole sono la sintesi perfetta di un costruttore di Pace.

Mi permetto di aggiungerne una quarta “P”, ovvero Prossimità, perché il Costruttore di Pace è chi sta sul campo accanto ai poveri, ai diseredati, agli affamati, ai reclusi, portando la speranza e seminando un futuro migliore. E non una "forte emozione che presto si dimentica", ma un impegno in prima persona per cambiare un destino che appare immodificabile.

Lo recupero dalle parole di un altro Costruttore di Pace, “L’esistenza cristiana è un’esistenza che risolve la storia e non è fatta di intenzioni, ma di incarnazione….E l’incarnazione non è una cosa astratta, avviene nella storia concreta e nei rapporti umani. La fede senza le opere è morta”! (Don Oreste Benzi). L’ho già scritto e detto tante volte, l’unico Leader “costruttore di Pace” oggi è Papa Francesco ed è lui che oggi parla del “coraggio di costruire la Pace”, perché ci vuole coraggio nell’affermare che nessuna guerra è giusta, nessuna arma legittima, nessuna economia del profitto equa.

Quel “Tutto è connesso” pronunciato all’inizio della Pandemia, risuona oggi come un monito a superare ogni conflitto, ogni arma, ogni iniquità. Non c’è una via diversa.

E attenzione: la scelta non è se mandare o meno armi in Ucraina, ma se costruire un mondo più giusto, in cui ogni essere umano possa vivere libero e con dignità. Perché ciò avvenga, tutto il mondo Occidentale deve ribaltare le scelte politiche, economiche, sociali, che lo hanno retto fino ad oggi e smetterla di affamare miliardi di persone nelle parti più povere della Terra. Proprio in quei discorsi nel 2020, infatti, il papa metteva in guardia sul fatto che “la guerra non è un fantasma del passato, ma è diventata una minaccia costante (…) Si stanno creando le condizioni per la proliferazione di guerre”.

Questo è il vero ed unico modo per costruire la Pace e Papa Francesco non è un pacifista partigiano, bensì un uomo che da sempre ha condannato gli armamenti nucleari ed esortato i governi a percorrere la via del disarmo.

“Con la guerra nessuno vince” dice il Papa, ma non si può sperare nella Pace se l’equilibrio è fondato su logiche di potere e di timore reciproco. A chi si chiede perché, nonostante la guerra sia una sconfitta, non si concentrino le energie per collaborare in battaglie di civiltà quali la lotta contro la fame, le epidemie, la povertà, Papa Francesco risponde che la guerra non è una scelta neutrale: “destinare gran parte della spesa alle armi vuol dire toglierla ad altro, che significa continuare a toglierla ancora una volta a chi manca del necessario”.

La mitezza – come ho scritto in passato su questo blog (http://www.vita.it/it/blog/proximity/2020/01/27/la-mitezza-salvera-il-mondo/4796/) – è la più alta forma di coraggio e salverà il mondo quando non basteranno più gli accordi politici e gli equilibri economici… C'è una primavera che si prepara in questo inverno apparente (Giorgio La Pira)

Quindi, concludo appellandomi a tutti coloro che dicono di volere la Pace a fare la Pace, perché solo uniti si allontana il demone della Guerra. Smettiamola di fare e farci pubblicità con la “bandiera” della Pace e creiamo una infinita catena di pace intorno a chi oggi rappresenta l’emblema dei “Costruttori di Pace”. Togliamo i nostri volti, i nostri personalismi, i nostri protagonismi, eliminiamo i fun club e costruiamo un’Agenda per i governanti che metta al primo posto la Pace.


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