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Regaliamoci un tesoro. Donazioni in stile francese

di Giuseppe Frangi

Oggi sulla prima pagina di Le Monde compare una pubblicità che fa strabuzzare gli occhi a chiunque abbia a cuore il destino del nostro patrimonio culturale: la Biblioteque nationale de France lancia una sottoscrizione pubblica per l’acquisto del Livre d’heures de Jeanne de France. «Partecipate all’acquisizione di un Tesoro nazionale. Diventate mecenati». In piccolo, in basso, la precisazione: «Le donazioni hanno diritto a una deduzione fiscale del 66%» (cioè ne dai 200 e ne paghi effettivamente 68).

Il Libro d’ore della figlia di Carlo VII (Jeanne de Valois, 1464-1505) è composto da 336 fogli, di 108x 76 mm. 28 sono miniati a piena pagina, 37 hanno miniature più piccole. L’autore è un anonimo ribattezzato Maître de Guillaume Jouvenel des Ursins, un artista della cerchia di Jean Fouquet (al quale sono dierttamente atribuiti due fogli dell’Ufficio della Passione, il Gesù inchiodato alla Croce e la Crocifissione). Oggi è di proprietà degli eredi Victor-Prosper Martin Le Roy, un grande collezionista di inizio secolo. Chiedono un milione di euro. 750mila li ha messi (attraverso grandi mecenati) la Bnf. 250 mila sono quelli che ci aspetti dalla raccolta fondi che durerà sino al 15 novembre. Sul prospetto c’è scritto che in caso di mancato raggiungimento della cifra i soldi verranno restituiti. Scommetto che non ce ne sarà bisogno. Colpiscono due cose. La prima: la chiarezza e l’efficacia dell’operazione e della comunicazione (anche grazie alla semplicità del meccanismo fiscale francese; in Italia quante righe ci sarebbero volute per precisare i benefici?). L’idea di mobilitare tutti attorno a un tesoro ha anche un effetto di coesione importante in questi tempi. Secondo: l’insistenza sul tasto nazionalista. Il tesoro è tanto più tesoro perché è “nazionale”. Appartiene alla storia e all’identità francese e non deve lasciare il suolo francese. Del resto, raccolti 750mila euro non doveva essere grande impresa trovare altri grandi donatori per il restante. Invece si è fatto ricorso a questo appello diffuso a tutti. Si è cercata la mobilitazione. Una scelta su cui meditare.


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