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Media, Arte, Cultura

Il nuovo mondo di Aldo, Giovanni e Giacomo

di Giuseppe Frangi

Ho visto il nuovo film di Aldo, Giovanni e Giacomo. Era quattro anni che i tre non si palesavano sul grande schermo,e come sempre c’è la tensione – emozione di verificare se la grande magia funziona ancora. La magia funziona, ma non è quel tipo di magia che uno si poteva aspettare, perché i tre, giustamente, hanno pensato che i tempi cambiano e conviene sempre stare attenti ai tempi. Così il nuovo film è un film profondamente pensato in tutte le sue componenti; non si va a ruota libera nella cascata di soluzioni di comicità, ma si segue un’idea di fondo e la si rispetta in ogni scelta. E qual è questa idea di fondo? È la convinzione che la crisi se ci rende più poveri in termini economici, ci rende però in un altro senso più ricchi perché rimescola le carte e apre prospettive che nessuno aveva preso prima in considerazione. Ad esempio si riconsidera il valore della sconfitta; non valore semplicemente morale, ma valore in qaunto la sconfitta viene vista come generatrice di opportunità. I sempre vincenti perdono, e annaspano. I sempre perdenti continuano a perdere, ma si trovano con un vantaggio cometitivo straoridnario: sanno come gestire la sconfitta. Il personaggio simbolo è quello di Aldo, bamboccione senza capo né coda nella prospettiva del mondo ante crisi; e che invece la crisi trasforma in bizzarro saltinmbanco capace di aggiustare tutte le situazioni. Compresi i guai in cui è precipitato Giacomo trascinando il povero maggiordomo Giovanni. Aldo quindi vince, anche se la vittoria è cosa diversa da quella che si pensava: è il gol della bandiera segnato sullo 0 a 7 della sua squadra. Un gol che non dà la vittoria in senso “vecchio” ma la dà in sneso nuovo, per cui la felicità, la motivazione, la voglia di giocare è tutta dalla parte della squadra con un gol e non di quella con sette.

Per il resto il mondo è visto senza fare sconti. L’Ave Maria davanti alla mamma morta non sa più spiccicarla nessuno, la squadra dell’oratorio è a zero in catechismo. E la bella, focosa Guadalupe Lancho, che alla fine approda al sospirato matrimonio con Giovanni, si fa benedire le nozze dal parroco senza dover dare troppe spiegazioni circa i tre figli fatti nella vita precedente.

E allora qual è l’idea che davvero riempie di sorriso chi vede questo film? È che la solidarietà è la soluzione migliore per la vita. Non chiede sforzi, perché basta lasciarsi un po’ andare. Dà tantissime soddisfazioni, compreso il lavoro che la sbandato Aldo inventa con molta più prontezza rispetto all’ex genio della finanza finito in rovina, il dottor Giacomo Maria Poretti. Il quale alla fine archivia la vita da jet set senza essere sfiorato dal benché minimo rimpianto. Anche lui sbarca nel nuovo mondo.

 


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