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Pisapia, il presepe e Rubens

di Giuseppe Frangi

Mentre mezz’Italia litiga sul presepe (quasi sempre in modo pretestuoso e con ragioni del tutto anacronistiche, da una parte e dall’altra), a Milano il sindaco Giuliano Pisapia e il suo assessore alla Cultura Filippo del Corno aprono le porte di Palazzo Marino ad una delle più clamorose rappresentazioni del presepe della storia della pittura. A Milano per questo Natale la Giunta offre ai cittadini la possibilità di ammirare gratuitamente, nella sede istituzionale stessa del Comune, un capolavoro giovanile di Peter Paul Rubens, l’Adorazione dei Pastori, proveniente dal museo di Fermo nelle Marche, datato 1608. Un quadro straordinario, perentorio nel modo con cui reimmagina la nascita di Gesù. Il Bambino sembra balzar fuori dalla mangiatoia, tanta è l’energia positiva che Rubens mette nel gesto pittorico. Il presepe di Rubens spunta anche per le strade con i tanti manifesti messi per lanciare l’iniziativa. E sembra quasi quasi il lancio di un film, tanta azione e concitazione c’è in quell’immagine. Siamo di fronte ad un episodio di indebita interferenza nel sentimento comune di una città secolarizzata e multietnica come Milano? Perché nessuno ha sollevato obiezioni? Rubens è un artista intrinsecamente cattolico: fu lui, una volta tornato ad Anversa, a rispondere alla devastante furia iconoclasta con cui i protestanti avevano svuotato le chiese di ogni immagine. E con la sua bulimia pittorica tornò a riempire quelle  chiese. Ma il modo di essere cattolico di Rubens non è “contrappositivo”. È un modo baldanzoso, felice, amico di tutti. Il suo Presepe è una vera festa della vita. Una festa molto fisica, senza complessi e senza tabù. Viva Rubens e viva il suo Presepe. Non perdete l’occasione di andare a vederlo…


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