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Oltre il fundraising: la promozione del dono

di Bernardino Casadei

Qualche anno fa mi domandavo se per superare la crisi presente non fosse necessario trovare una nuova fonte d’energia rinnovabile in grado di mobilitare e catalizzare le risorse necessarie e mi chiedevo se tale fonte non potesse essere cercata nel dono, ossia in una dimensione della vita umana che la modernità aveva trascurata considerandola un residuo di un passato ormai tramontato.

L’esperienza del Master per Promotori del Dono promosso dall’Università dell’Insubria e dalla Fondazione Comasca sembra confermare tale intuizione. Il doversi confrontare ed approfondire le tematiche relative al dono si è rivelato molto fecondo, non solo in termini di risorse raccolte (gli studenti del master devono gestire una vera campagna di raccolta fondi che nella prima edizione ha generato circa 150.000 euro), ma anche e soprattutto nella vita di tutte le persone che sono state coinvolte in questa avventura.

Il dono ha infatti la capacità di fornire a tutti coloro che lo praticano e lo approfondiscono una prospettiva originale e feconda che permette di guardare la vita con occhi diversi e trovare forze ed energie là dove non ce lo si aspetterebbe. Il master sul dono non si è limitato ad avere un impatto sugli studenti e sulle organizzazioni presso le quali questi hanno fatto lo stage, ma ha generato nuove domande per i professori universitari e per gli altri docenti che hanno insegnato al corso.

Anche i professionisti della raccolta fondi e coloro che operano nella filantropia istituzionale che dovrebbero essere abituati a confrontarsi con il dono, grazie a questo master, hanno potuto approfondire la loro identità e cogliere delle verità in grado di trasformare radicalmente il loro lavoro. Proprio la meditazione sul dono sta infatti permettendo loro di andare oltre il fundraising e di ripensare profondamente il ruolo della filantropia istituzionale così da individuare modalità che possano permettere di conseguire un impatto sociale talmente profondo da essere potenzialmente in grado di cambiare il futuro della nostra società.

Chiunque fosse interessato a constare di persona la fecondità del dono e verificare di persona come esso possa realmente cambiare le persone e le istituzioni nelle quali operano ha un’occasione unica per soddisfare i propri interessi partecipando all’evento organizzato dall’Università dell’Insubria in collaborazione con la Fondazione Provinciale della Comunità Comasca, la Fondazione Italia per il Dono e il Consorzio Contigua. Il convegno che si terrà venerdì 16 febbraio alle 15 presso l’Auditorium San Fedele a Milano, sarà moderato da Elisabetta Soglio del Corriere, e vedrà, fra i relatori, la partecipazione di:

  • Giuseppe Porro, professore universitario, che mostrerà come il dono costringa l’accademia a rivedere alcuni criteri interpretativi del reale;
  • Luciano Zanin, fundraiser di lunga esperienza, che illustrerà come la riflessione sul dono gli abbia permesso di andare oltre la raccolta fondi;
  • Paolo Lipari, regista, che presenterà come il doversi confrontare con il dono gli ha aperto nuove prospettive;
  • Laura Lugli, esperta in people raising, che si soffermerà su come il confronto costante coi promotori del dono stia influendo sulla sua professione.

Infine sarà possibile sentire le testimonianze di promotori del dono e dei responsabili delle organizzazioni in cui operano volte ad illustrare come questa esperienza stia cambiando non solo le modalità operative del loro ente, ma anche la loro esistenza personale.

Per chi fosse interessato a partecipare è necessario iscriversi utilizzando il seguente link


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