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Sanità & Ricerca

Il vecchietto e la fine del mondo

di Noria Nalli

L’AISM ha recentemente divulgato i risultati di uno studio tedesco sull’influenza dell’atteggiamento religioso e spirituale dei malati di sclerosi multipla.  Il risultato appare scontato e direi, prevedibile. Chi ha una forte religiosità ha un atteggiamento più aperto e positivo,  fiducioso nelle cure. In generale la scoperta di una malattia fa riaffiorare la spiritualità delle persone. Questo  e’ un aspetto positivo. Io poi sono una testimonianza vivente di quanto la spiritualità  aiuti ad accettare e ad affrontare la malattia. C’e’ pero’, anche un rovescio della medaglia. Spesso si rischia di diventare “vittime” di seguaci dei più disparati credo religiosi, che fanno leva su una presunta debolezza psicologica dei malati per sommergerli di oggetti e letture, cercando di catechizzarli, come è successo al protagonista del mio racconto.

IL VECCHIETTO E LA FINE DEL MONDO

“Vuoi che ti accompagni mentre attraversi la strada?”. Marco sorrise  intenerito all’anziano signore che gli stava offrendo aiuto. Da quando aveva avuto un brutto incidente con la moto, era costretto a camminare tenendosi ad un bastone, nonostante la sua giovane età.  Il dolce vecchietto faceva la sua stessa strada e lo incontrò più volte lungo il cammino. Capelli lunghi, barba incolta, l’uomo sembrava un mago delle fiabe e Marco si stava godendo quella situazione inconsueta. Il sole splendeva e la giornata si preannunciva piacevole. “Lo sai che la fine del mondo è vicina? Tra un po’ non esisteranno più le malattie”. Marco ebbe un sussulto. Il “magico” vecchietto gli aveva parlato tendendogli delle riviste religiose. Il suo sogno era svanito. Non aveva incontrato un angelo in incognito, ma un fanatico, che voleva approfittare della sua disabilità per convertirlo al  suo strano credo.


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