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Sanità & Ricerca

Impariamo ad essere di sostegno ai piccoli sclerotici

di Noria Nalli

Un viso giovanissimo,  quasi di un bambino. Oggi, scorrendo i post di un gruppo di sclerotici su fb, mi sono imbattuta in una fotografia che mi ha colpito moltissimo. Sul profilo della sua mamma, un ragazzino aveva postato la foto del suo viso, triste per gli effetti di un farmaco, usato per frenare le ricadute. Avevo letto che l’età media delle persone, cui viene diagnosticata la sclerosi si sta abbassando, toccando gli anni dell’infanzia, ma non ero preparata alla visione di lineamenti così giovani e delicati. La mia reazione emotiva è stata la stessa, che mi coglie nell’osservare un dipinto preraffaellita: sgomento per l’evidente malessere di creature giovani e fragili.

Credo che questa nuova realtà rappresenti non solo un maggiore impegno e una grossa responsabilità per il personale sanitario. Anche noi malati adulti dovremmo fare la nostra parte. Si potrebbe ipotizzare una sorta di tutoraggio nei confronti dei baby sclerotici e delle loro famiglie. Si, credo proprio che affrontare insieme la malattia con questa prospettiva di aiuto verso le nuove generazioni, potrebbe essete molto  utile ad affrontare la malattia con più grinta.

 

 


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