Il Vaticano è uno Stato #noslot! (E il suo rating vola)
14 Dicembre Dic 2013 1431 14 dicembre 2013«Perché l'azzardo sarebbe peggiore di qualsiasi altro mezzo per far denaro, per esempio del commercio?». Persino la domanda del Giocatore di Fëdor Dostoevskij sembra cadere nel luogo comune, se a porla retoricamente sono i solleciti speculatori dell'azzardo che, sotto la copertura di una legalità perversa e di uno Stato allo sbando, stanno minando ogni forma di commercio, di intrapresa, di lavoro, di libertà, di scelta.
L'8 agosto, Papa Francesco era stato chiaro e in apertura del Motu Proprio contro la speculazione, il riciclaggio e la proliferazione di armi di distruzione di massa affermava: «La promozione dello sviluppo umano integrale sul piano materiale e morale richiede una profonda riflessione sulla vocazione dei settori economico e finanziario e sulla loro corrispondenza al fine ultimo della realizzazione del bene comune» (→ qui).
Esattamente due mesi dopo, l'8 ottobre scorso, la Pontificia Commissione della Città del Vaticano ha adottato una legge, la n. 18 in materia di trasparenza, vigilanza e informazione finanziaria, che al Motu Proprio di Francesco dà spessore e concretezza, anche in tema di azzardo.
Se ne è sta parlando poco, forse perché se ne deve parlare poco. Si è preferito discutere dell'apertura di una sala gioco contigua alle mura di San Pietro in locali di proprietà del regista Rai Michele Guardì (→ qui).
Nel testo della legge (58 pagine in tutto) si sottolinea a chiare lettere che in Vaticano è vietata «l'apertura di case da gioco», anche utilizzando domini web riconducibili allo Stato Pontificio.
All'articolo 5 della legge, sotto il titolo "Integrità e stabilità dei settori economico, commerciale e professionale" si dispone infatti che:
1. Nello Stato sono vietati: a) l’apertura e la tenuta di conti, di depositi, di libretti di risparmio o di analoghi rapporti, anonimi, cifrati o intestati a nomi fittizi o di fantasia; b) l’attuazione degli obblighi di adeguata verifica mediante terzi; c) l’apertura o la tenuta di conti di corrispondenza con una banca di comodo; d) l’apertura ed il mantenimento di conti di corrispondenza con una istituzione finanziaria che consenta ad una banca di comodo l’utilizzo dei propri conti; e) l’apertura di case da gioco, anche in internet o su navi che battono la bandiera dello Stato.
Il Vaticano è dunque uno Stato no slot!
Una posizione netta, tutt'altro che simbolica che ieri, 28 ottobre, è valsa una "promozione", da parte dell'agenzia Standard Ethics (per sapere che cos'è, leggi → qui) che ha alzato a "EE" il rating etico del Vaticano, con la motivazione seguente: «appaiono rilevanti i passi effettuati contro il rischio di riciclaggio, illecito finanziario e finanziamento del terrorismo» (→ qui). Un bel colpo, per i signori dell'azzardo.
IL TESTO DELLA LEGGE → Legge n. XVIII (2013)
@Communitasbooks