A porte aperte, le chiese dopo gli sbarchi

di Elisa Furnari

Se vivi in Sicilia non serve un’Ansa per scoprire che c’è stato un nuovo sbarco, cheuomini e donne hanno perso la vita…basta uscire per le strade delle nostre città. Ti incrociano con un sorriso, chiedono una monetina e se invitati ti raccontano la loro storia, sono quei profughi che tanto fanno notizia, ma per chi li incontra sono quegli uomini che ancora non hanno perso la paura dallo sguardo.

Di chiacchierate ne ho fatte molte e racconti ne ho sentiti tanti ma ieri c’è stato qualcosa in più..la mia chiesa, quella dell’Immacolata, quella che ogni domenica a Messina accoglie anche la mia famiglia aveva le porte spalancate e non per una celebrazione…ma per l’accoglienza.

in 500 erano lì (donne e uomini e bambini) , accolti dai padri Francescani,  non erano in un campo o in una struttura (ahimé erano già tutte piene) ma erano nella mia chiesa!

Quell’invito di Papa Francesco fatto qualche mese fa durante la sua “clamorosa” visita a Lampedusa (http://www.vita.it/societa/immigrazione/il-papa-a-lampedusa-uno-schiaffo-ai-politici.html) non è rimasto disatteso e le chiese finalmente sono state aperte all’accoglienza per una carità quotidiana, quella della fede vera.

Attorno alla chiesa si sono radunati i volontari, alcuni ragazzi pregavano rivolti alla Mecca, sono arrivati anche i pasti e dei vestiti…una marea di gente!

Non è il primo episodio, qualche settimana fa a Palermo molte chiese grazie alle Caritas avevano attrezzato letti e quanto possibile per offrire una prima accoglienza, nell’agrigentino è ormai una consuetudine ma vi assicuro che ieri sera quando a pochi metri da casa continuavo a vedere quegli enormi portoni aperti, le luci accese e tanta gente intorno ho pensato che quella chiesa, la mia Chiesa,  non era mai stata così viva e così “giusta”.

Pian piano i nostri nuovi ospiti sono stati portati verso altre strutture che potessero garantirgli una permanenza più lunga e comoda ed io potrei soffermarmi sul nostro sistema di accoglienza che spesso fa acqua ma che gli “uomini di buona volontà” riescono in qualche modo a far funzionare, o sulle diatribe di ordine politico-istituzionale a cui spesso assistiamo con Prefetture e comuni che parlano lingue diverse…ma quelle porte aperte erano troppo belle e almeno per oggi vorrei pensare solo a questo.


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