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Sud, un Ministero per la Coesione Sociale e non Territoriale

di Elisa Furnari

Fiducia incassata, Premier accolto da un applauso Corale (le voci dissenzienti si perdono) e Ministri ai nastri di partenza, tra loro la Ministra Mara Carfagna, una donna meridionale alla guida del Ministero al Sud e alla Coesione Territoriale.

L’attesa di un programma che in dettaglio trasformi la questione meridionale in un piano per la ripresa del Paese è tanta. I tempi sono stretti, per Eurostat Campania e Sicilia salgono sul podio delle regioni con il tasso di rischio di povertà più alto in Ue. Per dirla in soldoni una persona su due che vive in queste regioni o si trova già in condizione di marginalità economica e sociale o è lì per finirci. Bassa intensità di lavoro, povertà culturale…tutti gli ingredienti di un crisi strutturale e pericolosissima. La Sicilia, patria dell’Europa (per gli amanti della Storia un passaggio sulla conferenza di Messina https://it.wikipedia.org/wiki/Conferenza_di_Messina) sempre più distante dagli standard europei.

Serve un cambio di visione e certamente di strumenti. Nelle parole di Draghi lavoro (specie femminile), legalità, capacità di attrarre investimenti ma anche di spendere in maniera produttiva i fondi per non generare nuove illusioni…per non “deludere la speranza”.

Tutto giusto, ma va unito un tassello, quello che consente di partire dalle persone e da chi con e per le persone ha sempre lavorato.

Se, come credo, ad essere determinante non è solo un cambio di strategia (la visione sul Sud è più o meno sempre la stessa) allora al Sud prima di tutto serve un’infrastruttura sociale che rimetta al centro il bisogno delle persone di essere felici e realizzate nella loro terra. E’ partendo dalle persone, dai loro sogni e dalle loro aspirazioni che si può generare una politica nel meridione per l’Italia.

Mobilità e quindi infrastrutture, diritto allo studio e quindi formazione d’eccellenza di prossimità e non “trasferimenti elitari per studio”, salute e quindi sanità territoriale efficiente…sono solo alcuni degli elementi indispensabili all’interno di un quadro complessivo – diremmo multidimensionale – che partendo dalle persone crei una terra con elevata qualità della vita.

Se si cambia il presupposto forse si arriva prima al risultato.

Se invece di pensare al Ministero per il Sud come a un Ministero per la “coesione Territoriale “ (ci hanno staccato???) si lavorasse a un ministero per la coesione Sociale forse il risultato sarebbe immediato, strutturale.

Chi conosce il Sud sa che, specie nel campo dell’imprenditoria sociale o a elevato impatto sociale e della filantropia Istituzionale, ci sono esperienze stabili ed eccellenti. Sono azioni di sviluppo sociale e quindi territoriale che hanno resistito alle tempeste (anche quelle della Mafia) e che insieme a una platea di Istituzioni lucide e rigenerate hanno retto il meridione d’Italia, hanno impedito che la FAME che spesso giù si respira diventasse tumulto.

E’ da questi punti fermi che la Ministra dovrebbe partire, dalla loro conoscenza, dal loro rafforzamento, dalla loro moltiplicazione con supporti strutturali e non occasionali.

Ecco, ciò che credo non vada fatto è procedere con la logica del sussidio o con lo strumento del “bando”. Ho trovato mortificante l’ultima esperienza del bando coesione territoriale per il contrasto alla povertà educativa. Pensare che piattaforme impossibili, criteri di valutazione slegati dalla realtà, possano rafforzare e moltiplicare l’azione di quel tessuto sociale e imprenditoriale che a partire dalle periferie ha salvato tati giovani e che ha diritto ad avere gli strumenti per moltiplicare questa azione, significa non conoscere il Sud. Il Sud ha bisogno di ascolto e conoscenza reale, non di prebende o provvidenze.

Auguri Ministra Carfagna, che sia il dicastero della Coesione Sociale, che sia la volta buona per trasformare la Questione Meridionale in Strategia per l’Italia.


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