don Ennio Innocenti

«Per fondare la solidarietà bisogna far leva sulla fraternità»

di Redazione

L’individualismo non riesce a creare solidarietà, ma si serve della libertà per far prevalere chi è più forte. Il popolo è così frantumato, l’individuo è atomo in una massa, questa è manipolata perché venga a servizio dei partiti (mascherati da ideologie), questi si arrogano una falsa rappresentanza, le loro oligarchie si ammantano del mito della volontà generale

Prosegue la nostra indagine sul populismo attraverso il confronto con don Ennio Innocenti, Sacerdote del Clero Romano, che ci offre una analisi dell’attuale momento populista attraverso una interessantissima ricostruzione storico filosofica. Un percorso che mette bene in evidenza le cause prime dell’odierno egoismo e della perdita di solidarietà, uno dei capisaldi del vivere bene insieme.

Don Ennio Innocenti ha insegnato storia e filosofia e dottrina sociale della Chiesa, ma la sua notorietà si deve alla lunga collaborazione alla RAI. La sua bibliografia conta più di seicento titoli (con compartecipazione ad una quarantina di riviste), ha scritto più di settanta libri, di cui l’opera maggiore La gnosi spuria. È il cappellano della “Fraternitas Aurigarum”, organizzazione che rivendita le virtù cristiane del commissario Calabresi.

Professore, tra i suoi libri ce n’è uno intitolato “Epopea Italica”: è forse l’esaltazione del popolo italiano?
No, si ferma prima degli ideologismi. Però parte dal fatto “Senatus populusque romanus” che è basato sull’organicità tra capi (o pateres) e popolo. Ricordi Menenio Agrippa.

E chi è l’erede di questa organicità?
È il Papato, che la realizza al tempo della lotta per le investiture e della tentata colonizzazione italica del Barbarossa: Papato e popolo contro i feudatari imperiali. I rappresentanti dei comuni del nord e dei principati del sud giurano davanti al Papa, in Anagni, di espellere il tedesco e vincono “in Europa” a Legnano.

Ma questa armonia viene rotta da Avignone e dallo scisma d’occidente?
Vero, ma ricostruita con la Roma Papale del Quattrocento, con Giulio II alfiere della bandiera di “fuori i barbari” e sopratutto con gli ordini religiosi, le confraternite e i santi popolari della controriforma. Poi c’è il distacco dal Papato aristocratico e l’iniziale influsso del filone neopagano (chi vuol esser lieto sia) e naturalista (Ficino, Telesio e Bruno). Nel settecento l’influsso illuminista francese, estraneo al popolo italiano si fa sentire, ma il popolo lo respinge e celebra il trionfo del Papato a Roma dopo Napoleone.

Ma nell’Ottocento il popolo non è più col Papato?
È vero. Tutto l’ottocento europeo ha assorbito il costituzionalismo borghese liberale, residuo dell’illuminismo massonico che è in guerra col Papato.

Per fondare la solidarietà bisogna far leva sulla fraternità

Cos’è che seduce il popolo a parteggiare per il costituzionalismo liberale?
È l’idea neopagana della sovranità, “superiorem non recognoscens”, da cui discende l’illusione della libertà che non dipende da nessuno, l’illusione che ognuno è sovrano e libero, e perciò anche uguale a chiunque altro. E’ questa illusione che fonda l’individualismo che è l’anima del costituzionalismo classista liberale.

E questo ha qualche connessione col populismo novecentesco?
Certo! L’individualismo non riesce a fondare la solidarietà, ma si serve della libertà per far prevalere chi è più forte. Il popolo è così frantumato, l’individuo è atomo in una massa, questa è manipolata perché venga a servizio dei partiti (mascherati da ideologie), questi si arrogano una falsa rappresentanza, le loro oligarchie si ammantano del mito della volontà generale. Per affermarla instaurano una falsa democrazia che alla fine delude il popolo, il quale se ne disgusta, ed ecco il populismo pronto ad essere arruolato da nuovi capipopolo.

C’è una soluzione a questa catena?
Bisogna ritrovare la solidarietà contro l’individualismo illuminista. Per fondare la solidarietà bisogna far leva sulla fraternità, ma questa ha bisogno di un Padre. Siccome nelle scuole insegnano che il mondo è fatto a caso, non ci sono più ragioni per essere solidali e fraterni. È l’illuminismo ateo che va superato.

Ci sono segni del superamento auspicato?
Altroché! Alla fine dell’ottocento il Papato proclamava, con Leone XIII, il fallimento del liberalismo ottocentesco che aveva prodotto la guerra di classe. Alla fine della I guerra mondiale il Papato smascherava l’iperrealismo borghese come causa dell’inutile strage. Alla fine della II guerra mondiale gli stessi caporioni illuministi di Francoforte (Adorno e compagnia bella) proclamavano il fallimento dell’illuminismo. Oggi è l’Espresso che riconosce il fallimento del democraticismo illuminista. Ma manca chi proponga l’alternativa positiva.

L’individualismo non riesce a fondere la solidarietà, ma si serve della libertà per far prevalere chi è più forte. Il popolo è così frantumato, l’individuo è atomo in una massa, questa è manipolata perché venga a servizio dei partiti (mascherati da ideologie), questi si arrogano una falsa rappresentanza, le loro oligarchie si ammantano del mito della volontà generale. Per affermarla instaurano una falsa democrazia che alla fine delude il popolo, il quale se ne disgusta, ed ecco il populismo pronto ad essere arruolato da nuovi capipopolo

Come spiega che il popolo non riesca ad uscire da questa gabbia e si renda così disponibile a nuovi populismi ambigui?
Per il mito del capitalismo( che ha preso la strada del liberalismo individualista), per il timore di restare senza pane.

E se lo Stato prendesse la via dello Stato Sociale non si riaprirebbe la via della solidarietà?
Potrebbe essere un buon inizio. E’ quello che fece Mussolini in risposta alla crisi capitalista del ’29 con le famose leggi sociali. Quello era solo l’inizio, perché lui mirava a sostituire i partiti ideologizzati con le corporazioni professionali e il sistema della proprietà individualista con quello della proprietà sociale. le leggi sociali di Benito Mussolini furono imitate dalla Costituzione Sovietica, alla quale fecero riferimento alcuni costituenti italiani. Ma la Costituzione Italiana fu scritta mentre l’Italia era occupata dai vincitori liberali e fu una costituzione liberale, partitocratica, oligarchica.

La solidarietà sociale potrebbe essere ricostituita a livello europeo?
Magari! Ma l’Europa post-bellica fu voluta dal vincitore liberale in antagonismo con quello sovietico e la sua natura illuminista e liberale è evidentissima, la sua solidarietà è un’irrisione, basti pensare al rapporto della Francia verso l’Italia e al rapporto della Germania verso l’Italia e verso la Grecia.

Forse i rapporti interatlantici potrebbero insegnare la solidarietà anche all’Europa?
Gli USA hanno forse dimostrato solidarietà al loro interno? Pensi ai neri! o all’esterno? viene da ridere! La loro politica di globalizzazione insegna la sopraffazione. Piuttosto occorrerebbe scuotere l’imposizione che gli USA ci hanno fatto delle sanzioni contro la Russia e ricercare invece la solidarietà con la Russia, che vota libera e compatta per Putin l’unico statista al mondo che vuole difendere il diritto naturale, la cui fonte è Dio Padre degli uomini fratelli.

Papa Bergoglio lavora per ricostruire il patto tra Papato e popolo?
Secondo me, si. Egli riesce a saldarsi coi popoli sui vari temi, fra cui il discredito dell’imperialismo del denaro e sopratutto col proprio popolo credente, sul tema della misericordia, del perdono e della fraternità. Sarebbe la sconfitta del populismo ideologico e anche del dominio del democratismo liberale, classista e sfruttatore che impedisce al popolo di lavorare e di vivere in riconoscenza l’uno per l’altro.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA