Renato Vella

«Con la mia agenzia non profit racconto il mondo profit»

di Redazione

La cooperativa sociale Pensieri e Colori è un’agenzia di comunicazione fondata 25 anni fa. Nata da Fondazione Arché con l’obiettivo di sviluppare professionalità e di offrire una nuova opportunità alle persone svantaggiate, oggi ha dieci dipendenti e garantisce servizi di qualità sia a aziende che a enti non profit

Onlus e agenzia di comunicazione. La cooperativa Pensieri e Colori da più di vent’anni è entrambe le cose. Nata nel 1995 da Arché con l’obiettivo di sviluppare professionalità e di offrire una nuova opportunità alle persone svantaggiate. Pensieri e Colori si è affermata all’interno della realtà milanese, riuscendo a impiegare quasi una decina di persone e garantendo servizi di qualità sia a aziende che a enti non profit. In vista della giornata internazionale delle cooperative, che ricorre il sei luglio, il direttore di pensieri e colori Renato Vella traccia un bilancio dei quasi venticinque anni della cooperativa e racconta i progetti futuri dell’agenzia di comunicazione.

Pensieri e Colori sta per passare il traguardo del quarto di secolo
Eravamo partiti con l’aspettativa di realizzare un progetto di lunga durata, destinato a crescere nel tempo. Non nascondo che abbiamo avuto delle difficoltà ma il nostro progetto era sul lungo periodo e di volta in volta abbiamo superato i problemi che si presentavano. Lo faremo anche in futuro perché siamo convinti del valore sociale di questa iniziativa e siamo motivati a farla vivere. Non solo per un quarto, ma per un secolo intero (sorride NdR).

Ha appena ricordato il valore sociale di questo progetto. Puoi spiegarcelo?
Il valore sociale di un’esperienza come Pensieri e Colori è molteplice. Lo è direttamente, attraverso l’inserimento in un ambiente lavorativo protetto

di persone svantaggiate, ma anche indirettamente e riguarda la vocazione sociale della nostra comunicazione. Sono molte le realtà non profit che ci scelgono per la nostra sensibilità, il nostro linguaggio e la nostra capacità di comunicare i valori del terzo settore. Pur collaborando e cercando infatti, senza distinzioni, clienti sia del mondo profit che non profit, la nostra vocazione rimane la comunicazione di valori sociali.

Siete nati da Arché. Com’è maturata questa idea?
Eravamo tutti amici di padre Giuseppe Bettoni e supportavamo le attività di Arché fin dagli inizi. Oltre a aiutare i bambini sieropositivi, ci siamo accorti che rimaneva senza risposta una domanda cruciale: come assicurare un futuro alle mamme? Per loro era necessario un ambiente di lavoro protetto per aiutarle nel reinserimento nella società.

E Pensieri e Colori avrebbe potuto essere una soluzione?
Dopo esserci interrogati a lungo su quali attività potessero essere accessibili e sostenibili, siamo giunti alla conclusione di puntare sulla comunicazione. Potevamo contare su un volontario con competenze comunicative, su una ragazza con esperienze nella contabilità e sulle mie conoscenze in ambito gestionale. All’inizio era un’attività fondata sul volontariato, ma presto ci si è resi conto che i ritagli di tempo non erano più sufficienti a far vivere questa realtà in crescita: è diventato per me e per altri un lavoro a tempo pieno.

Cosa l’ha convinto a fare questa scelta?
Per me è stato un approdo quasi ovvio, oserei dire. In quegli anni, durante il giorno, lavoravo nella consulenza per la tecnologia nella comunicazione mentre alla sera mi dedicavo al volontariato per essere di aiuto a chi aveva bisogno. E allora mi sono chiesto: perché non mettere insieme le mie professionalità e le mie passioni? Pensieri e Colori ne è la sintesi.

E il nome? Come l’avete scelto?
Nasce da associazione Arché. Pensieri e colori era il nome del notiziario, prodotto anche dai bambini dell’associazione, che veniva distribuito ai suoi soci e sostenitori.

Nel concreto, a chi e come riesce a dare una mano Pensieri e Colori?
Nel corso degli anni abbiamo aiutato le mamme di Arché ma non solo. Il passaggio infatti, da una fase di lavoro manuale a una digitale ci ha spinti a accogliere e far lavorare persone segnalate dai servizi sociali, ma con competenze medio alte. Non per produrre di più, ma per offrire loro un’opportunità di realizzarsi, mettendo pienamente a frutto le loro abilità.

Ci può raccontare qualche caso concreto?
Casi di successo ce ne sono stati diversi in Pensieri e Colori. Sul momento, ne cito giusto un paio davvero emblematici: una persona che, rimasta con noi per alcuni mesi, ha realizzato delle sperimentazioni utili a farla assumere, a tempo indeterminato, di lì a poco in un’azienda profit. A fronte di uno nostro sforzo, relativamente piccolo, siamo stati testimoni di un grande successo per lei e per l’intera società. Oppure il caso di una ragazza non udente che è arrivata da noi a vent’anni con competenze grafiche. Rimasta con noi per 5 anni, è riuscita anche lei a essere assunta a tempo indeterminato in un’azienda profit. Oltre a potenziare le competenze tecniche, con lei abbiamo fatto un lavoro importante nella sfera della relazione e della socializzazione.

Qual è la ricetta vincente di Pensieri e Colori?
Qui si realizza un vero e proprio accompagnamento verso la crescita professionale in un ambiente protetto e l’impegno richiesto a ciascuno viene modulato a seconda delle sue capacità e inclinazioni specifiche.

Pensieri e Colori opera nella comunicazione da anni, lavorando anche per clienti famosi. Può ricordare alcuni?
Abbiamo collaborato con alcune grandi agenzie di pubbliche relazioni di Milano, lavorando per clienti internazionali (Philips), ma soprattutto abbiamo lavorato per molti anni con realtà dal calibro di RCS, MAPEI, Vinavil, Comune di Milano, Fondazione Don Gnocchi, Edizioni San Paolo, Birra Peroni, Banca Intesa.

Tra le peculiarità di Pensieri e Colori vi è il suo particolare assetto societario: siete una cooperativa di tipo B e impiegate il 30% di persone svantaggiate. Cosa vuol dire operare per voi in queste condizioni in un settore agguerrito come quello della comunicazione?
Innanzitutto, è una situazione che consente di lavorare in un ambiente sereno in cui gli elementi principali sono la stima e l’attenzione reciproca. E poi avere a che fare con persone con svantaggio vuol dire anche poter fare affidamento a competenze tecniche e umane spesso fuori dal comune.

Cosa rende diversa Pensieri e Colori da una qualunque altra realtà del settore?
Utilizziamo ogni giorno un linguaggio mediato dalla nostra sensibilità, facendo sempre riferimento ai valori che in questa realtà vogliamo vivere e mettere in pratica. E questo viene riconosciuto e ricercato dai clienti che ci contattano. Alla sensibilità affianchiamo ovviamente una grande qualità, grazie alla presenza di professionisti rodati e capaci, con competenze verticali e molto specializzate.

Siamo quasi alla soglia dei venticinque anni, cosa si aspetti per il futuro?
Nonostante sia già passato quasi un quarto di secolo, c’è indubbiamente ancora tanto entusiasmo da parte mia e degli altri lavoratori della cooperativa che ci spinge ad andare avanti e a migliorare costantemente. Insomma, abbiamo ancora grande voglia di crescere e di fare sempre più inserimenti lavorativi per il bene comune della società in cui viviamo.


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