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Local to you, l’impresa ibrida a guida coop

di Lorenzo Maria Alvaro

È una società a responsabilità limitata. Ma anche una start up innovativa. Ma anche una società benefit. Ed è governata da una cooperativa sociale. Si chiama Local to You, opera a Bologna e fa utili con le consegne di frutta e verdura

Stando al sito “Local to you” «è una giovane azienda nata nel 2016 da alcune cooperative sociali del territorio bolognese che da tempo si impegnavano in agricoltura favorendo l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate e con particolare attenzione all’etica con la quale vengono coltivati i prodotti».

Si tratta però di un ritratto sicuramente veritiero ma semplicistico. Local to You è molto di più. Non solo perché è una società a responsabilità limitata, una start up innovativa e una società benefit che fa riferimento ed è governata ad una cordata di cooperative sociali. Ma perché è diventata un modello di ibridazione imprenditoriale.

Benedetto Linguerri, è il giovane fondatore di questa strana realtà da molti identificata come avanguardia. Per prima cosa però tiene a sottolineare che «noi non volevamo essere modelli. Non abbiamo costruito la nostra realtà con la volontà di essere ibridi».

«È inziato tutto da un incontro tra me, che avevo voglia di fare attività di impresa in ambito agricolo, e quelli che sono diventati i miei soci, che sono quattro cooperative sociali agricole che avevano voglia di investire e rischiare in questo settore», spiega, «così è nato questo percorso».

Le cooperative socie sono La Fraternità, Pictor, Arca di Noé e Coltivare Fraternità e sono tutte della zona di Bologna.

Ma come mai allora questa forma così ibrida? «Perché ci conveniva. Siamo una srl perché è una forma che prevede alcune agevolazione, la possibilità di partecipare a bandi e gare molto interessanti. In più la srl, in quanto forma aperta, ci permette di fare partenership. È per questo che oggi abbiamo come socio al 20% AgriBologna, uno dei più grandi player italiani dell'ingrosso di ortofrutta con un fatturato da oltre 300 milioni di euro l'anno. Per dirla in breve essere srl ci rende appetibili agli investitori. Fossimo stati cooperativa non avremmo potuto fare nulla di quello che facciamo», sottolinea LInguerri che continua, «Lo stesso vale con il fatto che stiamo start up innovativa. Anche qui ci conviene. Per questo ad esempio abbiamo vinto 100 mila euro della Regione Emilia Romagna».

E perché società benefit? «Sarò sincero», qui Linguerri ride, «perché il marketing fa parte del lavoro. Mi spiego meglio: sincermanete oggi non sappoiamo quali siano i vantaggi di una certificazione come B Corp. Ma certamente in futuro sarà un titolo spendibile».

Un format che funziona
«Siamo molto contenti dei risultati del primo anno nel senso che abbiamo sfiorato 400mila euro di fatturato, che per una start up con un anno di vita non è affatto banale», snocciola i dati Linguerri. «Nel 2018 abbiamo come obbiettivo di arrivare a break even, per cui dovremo raddoppiare il fatturato». Local to You nel 2017 lavorava solo su Bologna nel 2018 si aprirà a tutta l'Emilia Romagna. «Abbiamo tre traguardi da tagliare quest'anno: raggiungere la sostenibilità economica, raddopiare il fatturato e coprire tutta la Regione». Ma l'orizzonte è ancora più ambizioso: «il nostro porgetto non è scalabile ma replicabile. Non penso che abbia senso spedire una bietola da Bologna a Milano ma se il nostro modello si rivela funzionale e sostenibile ha senso che nascano altre Local To You regionali».

Ma questo modello com'è strutturato? «Abbiamo un accordo con le Coop socie di cui assumiamo il 100% della produzione. Con tutte le altre cooperative partner invece all'inizio dell'anno concordiamo il prezzo di acquisto», spiega il fondatore.

«Siamo un interlocutore sia per le grandi cooperative, che hanno sempre bisogno di vendere, che per i piccoli produttori che non sono appetibili dalla gdo. I piccoli produttori poi apprezzano tanto il fatto che pubblicizziamo non solo i loro prodotti ma anche la cura e il lavoro che hanno dietro».


Le tre possibili scelte disponibili online

Grazie a questi accordi Local To You si propone al mercato con prezzi competitivi: «Abbiamo tre differenti cassette, una di frutta, una di verdura e una mista. Il costo base per cassetta è di 15 euro per 5/6 prodotti, cui sia ggiungono 3 euro di spedizioni. Natrualmente il cliente può comprare molti più prodotti, e più sale il costo dell'ordine più si ammortizza il costo della spedizione. I nostri ordini medi sono di 25 euro».

Il funzionamento è semplice
«Una volta ricevuto il tuo ordine inizia il nostro lavoro di preparazione delle Local Box. Crediamo molto nella next day delivery in modo da garantire la freschezza più estrema. Una volta che la merce arriva il nostro team controlla e seleziona i prodotti migliori che, solo dopo essere stati puliti e lavati con cura, comporranno la Local Box secondo l’ha richiesta del cliente e poi la consegnano a domicilio», spiega.

Il loro essere “ibridi” però affiora anche nelle linee di vendita. Sì perché oltre alla vendita al dettaglio ci sono altre tre possiblità.

«Innanzitutto i gruppi di acquisto solidale dedicati alle aziende del terrtiorio», racconta Linguerra «un servizio di vero welfare aziendale. Le aziende permettono ai propri dipendenti di fare la spesa su Local To You e destinano un girono alla settimana per consegnare la spesa. È molto gradito da parte dei dipendenti e per l'azienda è a costo zero. Su questo format spingeremo tantissimo perché crediamo che sia davvero innovativo».

Poi ci sono i mercati rionali. «Siamo omnichannel al 100%. Sappiamo che non tutti sono confident con la spesa online. Così facciamo 5 mercati alla settimana, ogni martedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica. Abbiamo la nostra bancarella con cui facciamo vendita al dettaglio».

Infine l'ultimo canale: i ristoranti. «Sono 10 quelli con cui lavoriamo ad oggi, cui facciamo il servizio di consegna dei nostri prodotti».

Ma chi si occupa di far funzionare questa macchina? «Abbiamo quattro dipendenti e cinque collaboratori, di cui un magazziniere, un responsabile mercati e tre fattorini. Gli stipendi vanno dai 1200 ai 1400 euro. «Sono buoni stipendi soprattutto se proporzionati alle nostre dimensioni. Certamente domani, se andremo meglio e saremo sostenibili, saremo felici di remunerare gli sforzi fatti fin qui», chiarisce Linguerri.


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Testi a cura di Lorenzo Maria Alvaro
Foto e video su gentile concessione di Local to You



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