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Giovani

Il cammino come percorso per ritrovarsi

di Lorenzo Maria Alvaro

Il progetto pilota della onlus Setting in Cammino, in collaborazione con il Ministero di Giustizia - USSM di Roma (Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni) e con il Dipartimento di Scienze della Formazione dell'Università di Roma Tre, è consistito in un cammino educativo lungo la Via Francigena del Lazio (da Bolsena a Roma) dal 4 al 10 ottobre, che ha visto coinvolti tre giovani autori di reato in messa alla prova

Un cammino educativo di tre ragazzi in messa alla prova dal Tribunale per i minorenni di Roma che, partiti lo scorso 4 ottobre, hanno percorso per sette giorni il tratto laziale della via Francigena (da Bolsena a Roma) in compagnia di due operatori con alta formazione, esperti di relazione di aiuto.

È il progetto pilota, ideato e promosso dalla onlus Setting in Cammino, che ha unito la tradizionale relazione d’aiuto ai “processi trasformativi” del viaggio a piedi, per dare luogo a un “vissuto di aiuto” che tocca sia gli aspetti cognitivi, sia quelli corporei. «Passo dopo passo, i giovani hanno avuto modo di sperimentare, oltre alla soddisfazione di guadagnare il proprio benessere, le relazioni di fiducia e di collaborazione, fondamentali per il reinserimento nel tessuto sociale», spiega Luca Ansini, presidente di Setting in Cammino, giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Roma e ideatore dell'iniziativa.

Quella del “setting” è una metodologia sviluppata in Italia proprio da Ansini. «Costruire una relazione di aiuto in un orizzonte di “viaggio a piedi” richiede il trasferimento e la rilettura delle pratiche di relazione di aiuto tradizionali, nell’orizzonte inedito del Cammino. Osservare l’azione di pratiche di aiuto “note” nel contesto di “zone educative” inusuali, consente di scoprirne l’efficacia in un “assetto” spazio-temporale differente. Le pratiche di aiuto “note”, si coniugano nelle pratiche dell’itineranza, della costruzione in movimento dell’identità, delle “azioni” di cura che esprimono la loro efficacia, potenziate dall’esperienza del movimento».

«L'obiettivo della nostra associaizone è realizzare esperienze di aiuto e di formazione su questa metodologia. Ci rivolgiamo principalmente a persone in condizione di momentanea difficoltà, per le quali l’esperienza di cammino può rappresentare una chance di vita. Il setting viene inoltre utilizzato per la formazione degli operatori alla relazione di aiuto. Lo staff è formato da un gruppo multidisciplinare di professionisti».

I risultati della valutazione pedagogica del cammino verranno resi noti nella giornata di studi conclusiva che si terrà nel pomeriggio di mercoledì 30 ottobre presso la Facoltà di Scienze della Formazione – Università di Roma Tre, alla presenza delle istituzioni e degli attori coinvolti. «Rifletteremo sugli esiti del percorso intrapreso dai giovani e si farà un bilancio sui miglioramenti della percezione di sé, sul rafforzamento dell’autostima e sullo sviluppo delle modalità relazionali empatiche dei ragazzi», sottolinea Ansini.

All’incontro interverrà anche la presidente del Tribunale per i minorenni di Roma — Autorità Giudiziaria competente che ha autorizzato i Cammini — Alida Montaldi, che, su invito della onlus, durante gli ultimi chilometri da Monte Mario (belvedere) sino a Roma Centro, si è unita al gruppo in cammino «Una presenza che ha avuto un forte valore simbolico rispetto al percorso intrapreso dai giovani, e gli assistenti sociali dell'USSM di Roma che seguono il percorso di messa alla prova dei giovani», conclude Ansini.


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