Famiglia
Possono vivere meglio i malati di Alzheimer?
Presentate oggi a Roma le Linee Guida Italiane
di Redazione
?Possono vivere meglio i malati di Alzheimer?? è la domanda a cui hanno danno dato una risposta, oggi a Roma, i rappresentanti delle Istituzioni, del mondo medico-scientifico e dei pazienti attraverso la presentazione delle Linee guida italiane sull’Alzheimer.
All?incontro, moderato da Andrea Vianello, hanno preso parte: il Sen. Cesare Cursi, Sottosegretario Ministero della Salute; Marco Trabucchi, Prof. Neuropsicofarmacologia Università Tor Vergata Roma, Past President Associazione Italiana Psicogeriatria; Carlo Caltagirone, Prof. Neurologia Università Tor Vergata Roma, Dir. Scientifico IRCCS Fondazione S. Lucia; Roberto Bernabei, Prof. Geriatria Università Cattolica di Roma, Responsabile Day-Hospital Centro Medicina dell?Invecchiamento Policlinico A. Gemelli Roma; Patrizia Spadin, Presidente AIMA (Associazione Italiana Malattia Alzheimer); e Gabriella Salvini Porro, Pres. FAI (Federazione Alzheimer Italia).
Le Linee Guida Italiane presentate, sono, infatti, un punto di riferimento importante per la cura della malattia di Alzheimer nel suo complesso: l?approccio di base è che, in attesa e nella speranza che la ricerca identifichi la cura, al momento operatori sanitari e caregivers hanno gli strumenti per gestire il decorso della patologia in modo da garantire al malato la miglior cura possibile e la miglior qualità di vita.
Diagnosi tempestiva, trattamento farmacologico costante e completo, terapie non farmacologiche e rete di servizi: tutti questi elementi messi insieme permetterebbero, se davvero perseguiti e messi in atto parallelamente, al malato di gestire il decorso della malattia ed al caregiver di non subire tutto il peso di un malato di Alzheimer del tutto ?abbandonato? solo alla sua ?assistenza?.
La strada indicata dalle Linee Guida è chiara: durante tutto il periodo della malattia (in media 8-10 anni) il malato e chi si prende cura di lui possono e devono essere assistiti con tutti gli strumenti già a disposizione.
Dalla diagnosi precoce al trattamento farmacologico dai primi sintomi della malattia fino alla fine, dalla rete di servizi al supporto ai caregivers: il malato di Alzheimer, come ogni altro malato, deve essere messo nelle condizioni di avere il massimo supporto possibile in ogni fase della malattia. Al momento, infatti, non appena le condizioni del paziente lo portano dalla fase lieve/moderata a quella severa, esiste il rischio concreto che vengano sospese le cure farmacologiche con conseguenze gravi da un punto di vista psicologico e sociale.
Non esiste, infatti, ad oggi un farmaco in grado di arrestare in maniera definitiva la progressione di questa malattia. Tuttavia, una diagnosi tempestiva ed un trattamento efficace possono garantire una progressione più lenta ed una qualità di vita più alta sia per il malato che per il caregiver.
L?importante documento, prodotto grazie al lavoro di un team tutto italiano, cui hanno contribuito epidemiologi, geriatri, neurologi e psichiatri, è frutto di un lavoro basato sull?evidenza scientifica ma anche sulle informazioni specialistiche empiriche raccolte da un gruppo multidisciplinare di importanti opinion leader di fama internazionale, membri principalmente dell?Associazione Italiana di Psicogeriatria, ma anche dalle due associazioni nazionali per la malattia di Alzheimer che rappresentano i pazienti e le loro famiglie: l?AIMA (Associazione Italiana Malattia di Alzheimer) e la Federazione Alzheimer Italia.
Attraverso modalità operative, condivise dai medici e dai caregiver, le linee guida rappresentano, a livello internazionale, il primo documento che delinea alcuni aspetti metodologici relativi ai problemi inerenti la gestione dell?Alzheimer e descrive le opportunità offerte dalle terapie già oggi disponibili.
L?Alzheimer è una delle malattie più diffuse nelle società industrializzate e quindi maggiormente anziane. Rappresenta la forma più diffusa di demenza in Europa, USA e Canada, costituendone il 60% dei casi. Affligge 18 milioni di persone nel mondo, di cui 6 milioni nei 5 principali Paesi europei (Francia, Germania, Italia, Spagna e Inghilterra), anche se la metà dei casi rimane non diagnosticata. Secondo le stime tali dati (che peraltro si triplicano se si considerano anche i caregivers) sono destinati a raddoppiare entro il 2025, anche in considerazione del progressivo invecchiamento della popolazione. Un trend, questo, ancora più forte in Europa che, nel 2050, conterrà 7 delle dieci popolazioni più ?anziane?, con un 35% della popolazione sopra i 60 anni. ?Colpisce? più le donne, sia perché sono in percentuale più numerose tra la popolazione anziana, sia perché costituiscono la maggior parte dei caregivers. L?80% dei malati è accudito a casa, da famigliari e/o amici. In Italia affligge circa 600.000 persone, di cui quasi l?80% nella fase lieve-moderata.*
*Fonti: AIFA, ISS, COGNOS, Linee Guida sul trattamento dell?Alzheimer
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.