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1.600 ragazzi senza più un destino. Ecco l’emergenza Napoli

di Redazione

Almeno il 10% delle comunità di accoglienza per minori in Campania sta chiudendo. Si tratta di un’emergenza senza precedenti, che travolge quasi 1.600 bambini e ragazzi in tutta la regione. Minori che non possono contare sulla famiglia d’origine e ora nemmeno più su un’accoglienza sicura da parte delle istituzioni: soltanto a Napoli, i provvedimenti giudiziari di allontanamento procedono al ritmo di 5-600 all’anno.
Alle comunità e ai centri di pronta accoglienza – 70 nel capoluogo e 204 in tutta la regione – viene richiesto di restare aperti e di mantenere elevati standard di qualità, nonostante il ritardo nel pagamento delle rette da parte del Comune di Napoli e altre città sia ormai abissale: 22-24 mesi, con un debito accumulato pari a circa 30 milioni di euro. Impossibile, per le strutture, continuare a pagare gli operatori e a garantire tutti i servizi.
La protesta della Federazione Sam, delle comunità del coordinamento Cnca e di quelle religiose dell’Uneba si è in questi mesi rivolta a tutte le autorità locali e nazionali. «Abbiamo già chiesto tre volte un incontro con il nuovo assessore regionale Ermanno Russo, ma non ci ha nemmeno risposto», commenta il presidente della Federazione Sam, Cesare Romano. «È come se il problema di questi ragazzi non importasse a nessuno. Le comunità sono allo stremo. L’affido familiare non decolla: nelle strutture si registra l’80% di affidi falliti perché le famiglie vengono lasciate sole. Le risorse non ci sono. Qui il sociale non esiste più».

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