Mondo

100 poveri in più al minuto

Lo svelano Oxfam e Ucodep sottolineando come i G20 non hanno ancora stanziato gli aiuti promessi a Londra

di Redazione

I paesi del G20, ricordano Oxfam e Ucodep, stanno aiutando le loro economie, ma ad oggi non hanno stanziato nemmeno la metà dei 50 miliardi di dollari promessi ai paesi poveri lo scorso
aprile a Londra. «Gli attuali livelli di Aps non sono sufficienti per mantenere lo status quo. Figuriamoci per ridurre la povertà in un periodo di crisi economica e cambiamenti climatici, con i prezzi alimentari che rimangono alti in molti paesi poveri», afferma Max Lawson , portavoce di Oxfam International, «per questo chiediamo al G20 di agire rapidamente per proteggere i paesi più vulnerabili».
Secondo l’analisi di Oxfam e Ucodep, i segnali della ripresa economica non hanno raggiunto i paesi più poveri, che soffrono più degli altri per il crollo dell’economia mondiale con un incremento di poveri che si aggira intornoai 100 al minuto. I governi dell’Africa sub-sahariana per esempio, perderanno quest’anno 70 miliardi di dollari per effetto della crisi globale e, in assenza d’aiuti esterni, saranno costretti a tagliare i fondi destinati a scuole, ospedali e altri programmi sociali.
Oxfam e Ucodep propongono un pacchetto di misure da 290 miliardi di dollari, che permetterebbe di risollevare le economie in via di sviluppo senza costi aggiuntivi per il contribuente. Il pacchetto
include una moratoria del debito, una stretta sui paradisi fiscali e una Tobin Tax sulle transazioni valutarie delle banche. Quest’ultima misura, da sola, potrebbe fruttare 50 miliardi di dollari: una somma con la quale i banchieri, corresponsabili del crollo globale, pagherebbero il loro bonus ai poveri del mondo.
Oxfam e Ucodep chiedono infine di stanziare nuovi fondi per aiutare i paesi poveri a fronteggiare i cambiamenti climatici: questi finanziamenti sono infatti vitali per sbloccare i negoziati sul clima in vista del vertice di Copenhagen del prossimo dicembre. Secondo Oxfam e Ucodep, sono necessari 50 miliardi di dollari l’anno per aiutare i paesi poveri ad adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici e altri 100 miliardi di dollari affinchè possano controllare le loro emissioni di CO2.

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