Non profit

17 nuovi nidi per l’infanzia con fragilità

Strutture in dieci regioni

di Redazione

Possono degli asili nido davvero “far crescere l’Italia”? Se sorgono in territori disagiati, se accolgono tutti (piccoli con problemi, o che non possono permettersi tutta la retta), se sostengono il volontariato locale, se sono modelli di innovazione sociale, la risposta è sì. Ne è particolarmente convinta la Fondazione Aiutare i Bambini (www.aiutareibambini.it), che dal 2006 ha già contribuito alla realizzazione o sviluppo di 41 nidi in Italia e che recentemente ? grazie a due bandi promossi con Fondazione con il Sud e UniCredit Foundation ? ne ha sostenuti altri 17. L’iniziativa ha finanziato con 614mila euro progetti dedicati ai bambini tra i 6 mesi e i 3 anni, in periferie urbane o zone caratterizzate da una carenza di servizi alla prima infanzia, e lo ha fatto attraverso due bandi: il primo, “Un asilo nido per ogni bambino – Area Mezzogiorno”, era rivolto a strutture di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e isole; il secondo, “Sette asili nido per sette regioni”, prendeva in considerazione le macroaree Nord-Ovest, Lombardia, Nord-Est, Centro-Nord, Centro, Sud e Sicilia. In ogni nido doveva essere riservata una quota del 25% dei posti a bambini in situazioni di fragilità sociale. A fronte di 102 domande di partecipazione, 17 asili nido in 10 regioni hanno ricevuto una spinta fondamentale per aprire o rimanere al servizio dei più piccoli, per un totale di 628 bambini beneficiari. Particolare il caso di un nido abruzzese, il Wuascaranza Baby di Gignano, frazione de L’Aquila: chiuso dopo il terremoto del 2009, ha finalmente riaperto.

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