Non profit

200 miliardi per salvare il clima

Per la ong Copenhagen fallirà se i paesi ricchi non metteranno mano al portafoglio

di Redazione

Stanziare 200 miliardi di dollari l’anno per portare il vertice al successo. Secondo Oxfam International e Ucodep, questo investimento segna il confine tra fallimento e riuscita per il vertice che si apre oggi. I 200 miliardi di dollari all’anno a partire dal 2020 devono essere destinati ai paesi in via di sviluppo per aiutarli a ridurre le loro emissioni e adattarsi ai cambiamenti climatici. Devono inoltre essere aggiuntivi ai fondi pubblici già promessi per l’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps). «Raggiungere il successo a Copenhagen costa 200 miliardi di dollari: una cifra che aiuterà le popolazioni più povere del mondo ad adattarsi ai cambiamenti del clima”, spiega Antonio Hill, esperto di Oxfam International. “Sono noccioline se confrontate con gli 8.400 miliardi di dollari che sono stati trovati per salvare le banche dal fallimento, e servono a raggiungere un risultato che non ha prezzo: la sopravvivenza di milioni di persone e il salvataggio del nostro pianeta da cambiamenti climatici catastrofici».
 
Più in particolare, è necessario un fondo globale di 150 miliardi di dollari l’anno a partire dal 2013, per poi raggiungere almeno 200 miliardi entro il 2020. La quota iniziale che gli Usa e l’Ue dovrebbero versare, sulla base della loro responsabilità storica nella crisi climatica e della loro capacità economica, ammonta a 50 miliardi di dollari l’anno ciascuno. Tutti questi fondi devono essere aggiuntivi. Al contrario, alcuni paesi industrializzati come la Germania e il Giappone pensano ancora di utilizzare per il clima i fondi già impegnati per l’Aps. «Accogliamo con favore la notizia che il Presidente del Consiglio Berlusconi sarà a Copenhagen. Tuttavia non basta essere presenti: occorre anche la volontà politica di prendere degli impegni chiari per aiutare i paesi in via sviluppo a fronteggiare la crisi climatica», dichiara Elisa Bacciotti, portavoce di Oxfam International e Ucodep. «Il 67% degli italiani crede che il nostro governo non stia facendo abbastanza contro i cambiamenti climatici, rischiando così di perdere delle opportunità, come quelle offerte dall’economia verde in termini di crescita economica e di occupazione».
 
Alcuni grandi paesi in via di sviluppo, come l’India, hanno fatto sapere che intendono impegnarsi nel ridurre le emissioni, a patto che i paesi industrializzati forniscano il sostegno necessario: quest’offerta può incoraggiare i leader dei paesi ricchi a perseguire obiettivi più ambiziosi, e assicurare il consenso di un gruppo molto più ampio di paesi poveri per i quali l’adattamento al cambiamento climatico è un’urgenza. I paesi più ricchi hanno la chiave per il successo del vertice. Il presidente Usa Barack Obama, atteso a Copenhagen, ha l’opportunità di contribuire al processo annunciando un consistente pacchetto di aiuti finanziari per il clima; un modo per compensare, almeno in parte, gli inadeguati obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dal governo statunitense. Da parte sua, l’Unione europea può contribuire a cambiare le cose, annunciando al vertice dei capi di Stato e di governo in programma a Bruxelles, il 10 e l’11 dicembre, la volontà di mantenere la promessa di anticipare la sua quota parte dei fondi per il clima.
 
L’Ue ha reso nota la sua posizione già nello scorso ottobre, spiegando che saranno necessari tra i 22 e i 50 miliardi di euro l’anno per aiutare i paesi poveri ad affrontare i cambiamenti climatici, ma non ha rivelato l’entità del suo contributo. Secondo stime della Commissione europea, l’Ue dovrebbe contribuire per un ammontare compreso tra i 2 e i 15 miliardi di euro l’anno.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.