Medio Oriente

25 Paesi chiedono a Israele di fermarsi: «La guerra a Gaza deve finire ora»

Con l'obiettivo di fare pressione sul governo di Tel Aviv, la comunità internazionale ha prodotto una dichiarazione congiunta sottoscritta da 25 nazioni. Tra i firmatari anche l'Italia. I grandi assenti sono la Germania e gli Stati Uniti. «Condanniamo», si legge, «il rilascio a rilento degli aiuti umanitari e l’uccisione disumana di civili, compresi bambini, mentre cercano di soddisfare i propri bisogni essenziali di acqua e cibo. Le proposte di trasferire la popolazione palestinese in una “città umanitaria” sono del tutto inaccettabili. Lo sfollamento forzato permanente costituisce una violazione del diritto umanitario internazionale»

di Redazione

Con l’obiettivo di fare pressione sul governo di Tel Aviv, la comunità internazionale ha prodotto una dichiarazione congiunta sottoscritta da 25 nazioni. Queste includono 17 Paesi dell’Unione Europea (Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia) e 8 Paesi extra-Ue (Australia, Canada, Islanda, Norvegia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Svizzera e Giappone), oltre alla commissaria europea per la Gestione delle crisi, Hadja Lahbib. Grandi assenti la Germania e gli Stati Uniti.

«Ci uniamo per trasmettere un messaggio semplice e urgente: la guerra a Gaza deve finire ora», si legge nella dichiarazione firmata dei ministri degli affari Esteri dei paesi che l’hanno condivisa. «La sofferenza dei civili a Gaza ha raggiunto livelli insostenibili. Il modello adottato dal governo israeliano per la distribuzione degli aiuti è pericoloso, alimenta l’instabilità e priva i cittadini di Gaza della loro dignità umana. Condanniamo il rilascio a rilento degli aiuti umanitari e l’uccisione disumana di civili, compresi bambini, mentre cercano di soddisfare i propri bisogni essenziali di acqua e cibo. È agghiacciante che oltre 800 palestinesi siano stati uccisi mentre tentavano di accedere agli aiuti. Il rifiuto da parte del governo israeliano di fornire assistenza umanitaria essenziale alla popolazione civile è inaccettabile. Israele deve adempiere ai propri obblighi ai sensi del diritto umanitario internazionale.

Gli ostaggi trattenuti crudelmente da Hamas dal 7 ottobre 2023 continuano a subire terribili sofferenze. Condanniamo la loro detenzione prolungata e chiediamo il loro rilascio immediato e incondizionato. Un cessate il fuoco negoziato rappresenta la migliore speranza per riportarli a casa e porre fine all’angoscia delle loro famiglie.

Invitiamo il governo israeliano a revocare immediatamente le restrizioni al flusso degli aiuti e a consentire con urgenza alle Nazioni Unite e alle ong umanitarie di svolgere il proprio lavoro salvavita in sicurezza ed efficacia.

Chiediamo a tutte le parti di proteggere i civili e di rispettare pienamente gli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale. Le proposte di trasferire la popolazione palestinese in una “città umanitaria” sono del tutto inaccettabili. Lo sfollamento forzato permanente costituisce una violazione del diritto umanitario internazionale.

Ci opponiamo fermamente a qualsiasi misura che implichi un cambiamento territoriale o demografico nei Territori palestinesi occupati. Il piano di insediamento E1 annunciato dall’Amministrazione Civile israeliana, se attuato, dividerebbe in due il futuro Stato palestinese, costituendo una palese violazione del diritto internazionale e compromettendo gravemente la soluzione dei due Stati. Nel frattempo, la costruzione di nuovi insediamenti in tutta la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, ha subito un’accelerazione, mentre le violenze da parte dei coloni nei confronti dei palestinesi sono aumentate drasticamente. Tutto ciò deve cessare.

Esortiamo le parti e la comunità internazionale a unirsi in uno sforzo comune per porre fine a questo terribile conflitto, attraverso un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente. Ulteriori spargimenti di sangue non servono a nulla. Ribadiamo il nostro pieno sostegno agli sforzi di Stati Uniti, Qatar ed Egitto per raggiungere questo obiettivo.

Siamo pronti ad adottare ulteriori misure a sostegno di un cessate il fuoco immediato e di un percorso politico che garantisca sicurezza e pace per israeliani, palestinesi e l’intera regione».

 AP Photo/Abdel Kareem Hana) Associated Press/LaPresse

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