La campagna
“5 per mille, ma per davvero”: una mobilitazione che riguarda tutti i cittadini, non solo il Terzo settore
Lettera aperta del vicepresidente del Centro di servizio per il volontariato di Padova e Rovigo a sostegno della mobilitazione lanciata da VITA e da 65 grandi organizzazioni del non profit italiano

L’istituto del 5 per mille è una norma importantissima nata nel 2006 e stabilizzata nel 2014 che permette ai cittadini di scegliere come sostenere, attraverso una parte della propria Irpef, con una semplice firma nel 730, una realtà del Terzo settore. È sicuramente una istituzione da migliorare, affinché tali entrate non affluiscano soltanto ai soliti grandi enti che hanno anche la forza di farsi pubblicità o di potersi permettere di retribuire chi si dedica a campagne di crowdfunding (senza nulla togliere all’importanza di tali realtà). Come? Per esempio attribuendo dei meccanismi di perequazione (ovvero di equa distribuzione), che consentano cioè anche alle realtà meno note ai contribuenti (ma non per questo meno importanti) di poter ricevere dei contributi a volte necessari per la loro stessa sopravvivenza.
Naturalmente, i beneficiari di tali entrate sono poi tenuti per legge a rendicontare il quantum hanno ricevuto e come sono state spese tali risorse. Su questa contabilità non ci sono possibilità di scandali o corruzioni. Il meccanismo è molto semplice e collaudato da oltre un decennio. Pertanto, come volontariato, chiediamo che questo istituto si rafforzi, che diventi sempre più un elemento di partecipazione civile, uno strumento di sussidiarietà fiscale alla portata di tutti. Tale provvedimento ha fatto il bene del nostro Paese e vogliamo che continui, che permetta alle varie realtà del Terzo settore di sopravvivere, soprattutto in questo momento in cui si parla molto di welfare di comunità e con la richiesta sempre più impellente, da parte di enti pubblici, di una più proficua collaborazione con il Terzo settore per far fronte a bisogni sociali urgenti.
Con tutte queste premesse, insieme alla campagna promossa da VITA e da 65 grandi organizzazioni sociali chiediamo una alleanza responsabile tra cittadini, politica e Terzo settore, per eliminare il tetto del 5 per mille. Un tetto che è stato introdotto a favore dello Stato per limitare il gettito del 5 per mille come una misura straordinaria e comunque temporanea. Concretamente la percentuale (i cittadini non sono al corrente perché se ne parla poco e sono convinti di poter dare con la loro firma, il loro contributo in toto) invece che essere pari al 5 per mille, arriva in realtà al 4,3 per mille perché la differenza, attraverso il meccanismo del tetto, va allo Stato.
Riteniamo che questo taglio esagerato (si parla di mezzo miliardo bruciato in venti anni) sia un tradimento di cui i cittadini non sono a conoscenza: ci pare corretta la mobilitazione di VITA che vuole arrivare agli organi decisionali del governo, per chiedere l’abolizione del tetto, affinché il 5 per mille sia davvero tale e non falcidiato a favore dello Stato. È un appello a favore del bene comune, di cui il volontariato vuole farsi promotore, non solo perché permette di fare “bene il bene”, ma soprattutto per una questione di giustizia, di buon senso.

Non riguarda solo il volontariato o le realtà del Terzo settore ma tutti noi, come cittadini responsabili che crediamo nella giustizia sociale che incoraggia e non taglia o sopprime chi fa del bene. Fa parte della carta dei valori del volontariato parlare di advocacy e di cittadinanza attiva. Questa mobilitazione riguarda proprio questo. Per una società che ha a cuore il bene comune.
Credit foto: Csv di Padova e Rovigo: l’Associazione volontari ospedalieri (Avo) di Padova presenta il 54º corso di formazione per chi vuole entrare in ospedale a offrire accoglienza, vicinanza e ascolto ai pazienti e ai loro famigliari
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