5 per mille, ma per davvero
5 per mille, una firma che significa partecipazione
L'intervento della vicepresidente di Labsus (Laboratorio per la sussidiarietà) che abbiamo pubblicato sul numero di VITA magazine dedicato alla campagna "5 per mille, ma per davvero" con cui VITA e 65 importanti organizzazioni del Terzo settore chiedono a Governo e Parlamento di eliminare il tetto del 5 per mille

La partecipazione è un’arte. Se vogliamo ragionare di una partecipazione al 5 per mille dobbiamo tornare a quattro principi fondamentali, alcuni dei quali erano già chiari oltre mezzo secolo fa a una “studiosa in azione” americana di nome Sherry Arnstein.
Primo: ci sono cose che chiamiamo partecipazione, ma partecipazione non sono. La pura informazione ne è un esempio classico. Se un sindaco informa che si faranno dei lavori in un quartiere, quello non potrà dirsi un cantiere partecipato. Tanti problemi dell’attuale democrazia rappresentativa si possono ricondurre a dinamiche di informazione a senso unico, in cui gli eletti politici lanciano messaggi ma non investono nessuna risorsa in processi di comunicazione sull’avvenuta ricezione degli stessi, né sulla raccolta di feedback, tanto meno su occasioni di possibili dialoghi. In questo senso gli slogan per il 5 per mille si sfidano in una gara di creatività linguistica che ci tempesta da anni, ma che a ben guardare altro non è che pura informazione. Forse non ci abbiamo fatto troppo caso, ma è chiaro che fino ad ora il Terzo settore si è comportato à la «Vota Antonio! Vota Antonio!». Se il mondo degli elettori è stanco dei manifesti elettorali, il mondo dei contribuenti è stanco di messaggi che, seppur incisivi e ad effetto, li lasciano meri riceventi passivi. Si potrebbe obiettare che una becera propaganda partitica funziona eccome, ma i dati ci parlano di un tessuto associativo che sa essere capace di ri-politicizzare il dibattito, e lo sa fare anche su questioni di interesse generale.
Una seconda famiglia di azioni che fanno la differenza tra partecipazione e non-partecipazione è quella dell’animazione: fare festa, celebrare, ritualizzare, mangiare insieme, ballare, giocare, suonare eccetera. Il 5 per mille, secondo me, andrebbe festeggiato. Non sto parlando tanto di eventi di crowdfunding, di cui i maggiori soggetti dell’associazionismo (inter)nazionale sono esperti, quanto di eventi durante i quali ci si diverte insieme mentre si capisce meglio il senso del 5 per mille, pure provocandosi, punzecchiandosi, ridendoci sopra, ma cercando di capire meglio tante realtà, le loro complessità e le loro unicità.
Terzo pilastro della letteratura partecipativa: la consultazione. Chiedere alle persone cosa ne pensano di… In questo caso, del 5 per mille. Qui entriamo in un campo tematico tanto importante quanto scivoloso, perché cosa succede, molto spesso? Che si dice che un processo è partecipato anche se si è solo fatta una campagna di interviste telefoniche, o si è inviato un form a un campione rappresentativo di rispondenti. Da vicepresidente di un’associazione, io questo sforzo lo farei, se lavorassi a livello statale, per capire cosa succede localmente, dentro al Terzo settore stesso: cosa ci aspettavamo dal 5 per mille? Perché finora è andata come è andata? Idee per il futuro?
Ed eccoci arrivati a ciò che rende la partecipazione un’arte, il quarto e più ambizioso tema: l’empowerment o sviluppo di capacità. Quando un percorso partecipativo ci fa uscire diversi (e non solo più ricchi di denaro) da come eravamo all’inizio del percorso stesso. Ecco: questa è partecipazione per davvero. Quando c’è crescita, evoluzione, si è imparato qualcosa, si è cambiata idea perché abbiamo acquisito nuovi argomenti, abbiamo stretto amicizie, conosciuto persone-strumenti-attitudini stimolanti. Partecipare per davvero al 5 per mille, secondo me, potrebbe aspirare ad andare in questa direzione.
Questo contenuto è tratto dal numero di VITA magazine “5 per mille, ma per davvero” è stato eccezionalmente reso disponibile a tutti e tutte, se apprezzate il nostro impegno, se volete supportarci e sostenere la campagna, abbonatevi a VITA.
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