Non profit

800 mercati contadini in tutta Italia E aumenteranno ancora

Nell'ultimo anno sono cresciuti del 40% con punte in Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte

di Redazione

Ammesse solo produzioni biologiche nel raggio di 30 chilometri dal punto venditaTre anni fa erano quasi sconosciuti e non avevano nemmeno un nome di riferimento. Oggi sono invece quasi 800 e stanno rivoluzionando il modo di fare la spesa in tutta Italia: sono i farmers market o mercati del contadino, veri e propri spazi condivisi in cui periodicamente i produttori locali di alimentari vendono direttamente al cliente i propri prodotti.
«Solo nell’ultimo anno l’aumento è stato del 40%, e si trovano in tutta Italia, con Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia in testa», spiega Dario Gelo, 33 anni, agronomo e curatore del sito mercatidelcontadino.it. «Nascono tutti in modo spontaneo e le loro dimensioni variano a seconda del luogo in cui si trovano: in città possono essere anche molto grandi», continua Gelo. Dal novembre 2007 c’è una legge nazionale che regolamenta la creazione dei mercati. «Poi ogni Comune fa un bando per trovare i produttori disposti a vendere: i requisiti sono la produzione biologica al 100%, una distanza massima dal luogo di vendita non superiore in media a 30 chilometri». È la filosofia del chilometro zero, ovvero che la distanza tra produttore e consumatore sia bassa, sia per evitare sprechi che passaggi intermediari che alzano il prezzo finale del prodotto.
Nei mercati contadini si trovano solo prodotti stagionali («le spese di trasporto di quelli fuori stagione andrebbero contro i principi fondanti del market») e i valori aggiunti sono la conoscenza diretta del produttore e la freschezza di ciò che si acquista «che spesso, soprattutto l’ortofrutticolo, è raccolto in giornata». Impossibile pensare un identikit univoco del cliente: «Vengono tutti, dagli anziani alla ricerca dei mercati di una volta ai giovani che, oltre a cercare la qualità, credono nella sana alimentazione». Allo stesso modo, ogni farmers market, nonostante spesso sia riconducibile a un’associazione di categoria (Coldiretti, Cia e altre) ha la sua particolarità: «Quello di Taranto, nato negli anni 90, è uno dei primi mercati contadini al coperto», aggiunge Gelo, «poi c’è il mercato di Montevarchi, aperto sei giorni su sette. A Milano, invece sono almeno quattro e tutti molto frequentati».

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