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Chiesa, quando i fedeli fanno community

A Trento e a Catania la comunità dei fedeli ha messo a disposizione le proprie competenze digitali per aprire i dati della parrocchia o della diocesi a tutti

di Mara Cinquepalmi

“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”. Così recita un passo del Vangelo di Luca. Nessuno avrebbe immaginato che nel 2016 sarebbe stato davvero facile avere a portata di click la propria chiesa. Lo hanno fatto a Trento e a Catania, dove la comunità dei fedeli, quelli più nerd ça va sans dire, ha messo a disposizione le proprie competenze digitali per aprire i dati della parrocchia o della diocesi.

Due progetti che puntano ad innovare la chiesa dal basso nel solco di quanto spesso auspica Papa Francesco.

Giuseppe Cardaci e Giuseppe Barbagallo sono gli artefici del catalogo open data dell’Arcidiocesi di Catania, dove sono disponibili in formato aperto – ovvero accessibili e riutilizzabili da tutti – l’elenco delle parrocchie e quello di alcuni sacramenti (matrimoni, battesimi e cresime) celebrati tra il 2001 ed il 2014. I dati pubblicati sono dati statistici ufficiali trasmessi ogni anno all'ufficio Centrale di Statistica della Chiesa presso la Segreteria di Stato Vaticana.

«L’idea – spiegano i due autori – è nata qualche anno fa e l'esigenza era quella di fare memoria del passato per poter meglio operare nella pastorale odierna. La pagina è in fase di aggiornamento e implementazione di nuovi dati. Appena completati gli ultimi data set, inizierà la fase di diffusione dell'iniziativa ed il riscontro che ci aspettiamo è quello di iniziative simili in altre diocesi o altri enti cattolici con i quali ci metteremo a disposizione per condividere l'iniziativa». I due, uno sviluppatore ed un appassionato, hanno messo in piedi anche l'Osservatorio per la Pastorale Digitale per monitorare l'attività social delle Diocesi d'Italia e a breve anche quelle estere.

L’esperimento catanese ha suscitato molto interesse tanto che potrebbe essere un focus del prossimo raduno di Spaghetti Open Data, la community italiana da tempo impegnata nel rilascio di dati pubblici in formato aperto, che si terrà a Trento dal 6 all’8 maggio.

Proprio nel capoluogo trentino è già da un po’ di tempo che si fanno esperimenti 2.0. Come ad esempio, la app sulla storia del simonino realizzata da un gruppo di fedeli della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo oppure la mappa, realizzata con Openstreetmap, dove sono state georeferenziate tutte le parrocchie della città. A queste informazioni Maurizio Napolitano, tecnologo della Fondazione Bruno Kessler – Centro di Ricerca della Provincia Autonoma di Trento, ha collegato gli orari delle messe ed è nato messetrento_bot, un particolare sistema di risposta automatica per gli utenti del sistema di messaggistica istantanea Telegram.

«L’idea – racconta Maurizio Napolitano – è quella di andare oltre il bot e realizzare app e web app che si possano estendere all’Italia».

«In parrocchia – spiega Francesca Gleria, funzionaria di riferimento del progetto open data della provincia di Trento e attivista – c’è attenzione e curiosità al tema e lo dimostra anche la disponibilità a sperimentare con i ragazzi che hanno georeferenziato le chiese, ma il lavoro da fare non è così immediato e di sicuro è importante un aiuto da parte della community. Le arcidiocesi fanno molte attività, oltre a quelle pastorali, importanti attività di assistenza, ascolto, culturali, se si diffondono conoscenze per poter riusare quei dati sono sicura che sia un terreno fertile per la messa in comune di quelle conoscenze».

Tornando a Sud, però, c’è chi ha puntato più in alto ed ha realizzato VangeloBot, il servizio automatico delle Sacre Scritture dove cercare versi o capitoli. Autore del bot è Francesco “Piersoft” Paolicelli, sviluppatore noto nel mondo open data, che poche settimane fa ha rilasciato anche un bot sulla Divina Commedia.

«Qualche giorno fa il Papa – spiega Paolicelli – ha lanciato un audio messaggio su Telegram attraverso il canale della pastorale giovanile di Pompei. Allora ho pensato: “Perché non regalare un po’ del mio tempo per aiutare ad "osservare" il Vangelo su Telegram?”. Dico osservare perché il testo Sacro è bello anche se necessariamente non credi. Leggere parole che vengono cercate nel testo di tutti gli Evangelisti dà una visione diversa dalla classica lettura del Vangelo del giorno: ti impone di riflettere e approfondire».


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