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La Sardegna contro l’azzardo: i lobbysti pretendono chiarezza, ma non la praticano

L’isola è ai primi posti nella classifica nazionale ma non tanto per le somme sprecate in azzardo, ma per il numero di macchinette e di nuove imprese legate al gambling. Mentre in queste ore si discute in Consiglio Regionale su come intervenire contro questa piaga sociale, c'è chi si fa prendere dal panico e cade nel tranello della confusione tanto cara ai lobbysti. Facciamo chiarezza con le parole del professor Vittorio Pelligra, che lancia una sfida sui numeri

di Marco Dotti

L'industria dell'azzardo macina profitti. Divora vite. Muove – letteralmente – montagne di euro. Al 31 dicembre scorso, l'Italia ha superato ogni record, altro che spread, toccando quota 108 miliardi per il solo consumo di azzardo legale, ossia autorizzato dallo Stato. Tutto tranquillo, se si guarda il mondo dal proprio ufficio al sesto piano.

Ma sui territori, si sa, le cose si vedono da un'altra prospettiva.

Così, in queste ore, il Consiglio Regionale della Sardegna discute il testo unico di legge relativo alle “disposizioni in materia di disturbo da gioco d’azzardo”. E mentre alcuni candidati alla carica di governatore alle prossime elezioni, che si terranno in febbraio, si dicono favorevoli (Zedda, Desogus, Piano; Pili e Murgia), la discussione in aula, avvertono da Slot Mob in aula appare difficile.

La confusione aiuta. Aiuta le lobby, ovviamente. E per capire quanto le lobby giochino sulla confusione puntando a mischiare le carte in tavola il professor Vittorio Pelligra, economista dell'Università di Cagliari, rimarca quanto un piccolo episodio che lo riguarda personalmente. E lo elenca in 8 punti.

Ecco come ce li spiega il professor Pelligra

1) «il 5 gennaio scorso in una intervista a La Nuova Sardegna affermavo che nell'ultimo anno (ultimo dato ufficiale disponibile il 2017) "I sardi hanno investito nel gioco 1 miliardo e 643 milioni, circa 100 milioni in più rispetto all’anno precedente. L’isola sta ai primi posti nella classifica nazionale ma non tanto per le somme giocate – più basse rispetto alle regioni più ricche – ma per il numero di macchinette e di nuove imprese legate al gioco. Per esempio la provincia di Nuoro è in testa per il numero di slot"». (qui l'intervista integrale)

2) «qualche giorno dopo, As.tro, la lobby dell'azzardo legata a Confindustria ha diffuso una nota stampa contestando le mie affermazioni. Si legge, tra le altre cose, che “La spesa sostenuta dai cittadini sardi per il gioco d’azzardo nell’anno 2017 ammontava a 286 milioni, circa 173 euro l’anno per cittadino, corrispondenti a 47 centesimi al giorno (…) As.Tro chiede di poter conoscere le fonti ed i documenti dei dati, sulla base dei quali viene dichiarata una spesa dei cittadini per il gioco, clamorosamente lontana dai dati ufficiali resi, fino ad ora, disponibili dall’Agenzia dei Monopoli.”» (qui il comunicato di Assotrattenimento)

3) Peccato, osserva Pelligra, tra i maggiori esperti italiani di economia comportamentale, che «i 286 milioni a cui As.tro fa riferimento sono, in realtà, e loro lo sanno benissimo, solo quelli relativi alla DIFFERENZA tra quanto è stato giocato e quanto NON è stato vinto dai sardi SOLO relativamente agli apparecchi della rete fisica».

4) Questo, rimarca il professore, significa che «tale dato non tiene conto né di tutte le altre forme di gioco d'azzardo non legate agli apparecchi (gratta e vinci, lotterie, scommesse, etc…) né del gioco online».

5) «As.tro lo sa ma non lo dice, che il dato ufficiale rilasciato dall'agenzia delle Dogane e Monopoli, relativo a quanto i cittadini sardi hanno giocano SOLO nella rete fisica dell'azzardo (escluso quindi il gioco online, nel 2017) è pari, effettivamente, a 1,644 MILIARDI di euro».

6) «Se vogliamo chiarezza, sulla base dei dati ufficiali dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, allora dobbiamo affermare che In Sardegna nel 2017 (ultimo anno per il quale il dato ufficiale è disponibile) sono stati giocati ("investiti" come affermo ironicamente nell'intervista) 1,644 MILIARDI di euro, ESCLUDENDO il gioco online. Quindi in totale MOLTO DI PIU'.»

7) La cosiddetta "raccolta", cioè quanto i cittadini giocano in ogni forma di azzardo, spiega il professor Pelligra, «è da considerarsi l'indicatore principale di problematicità, quindi concentrarsi, nominalisticamente, sulla "spesa", cioè differenza tra giocato e vinto, non sembra affatto una operazione di chiarezza. Il dato di 1,644 miliardi di euro riportato nell'intervista è quindi un dato che SOTTOSTIMA fortemente il fenomeno e la sua problematicità per la Sardegna e i suoi cittadini».

8) «As.tro pretende chiarezza, ma non la pratica. Del resto, si sa, mai chiedere all'oste se il vino è buono. Che risposta vi aspettereste voi?»


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