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“Porte Aperte”, l’accoglienza è uno stile di vita

Caritas Ambrosiana ha scelto di dedicare l'annuale due giorni con i suoi operatori, resposabili e volontari (sabato 10 e domenica 11 settembre) al piano che vede le parrocchie protagoniste dell'ospitalità diffusa dei richiedenti asilo. In programma le testimonianze degli operatori di Caritas Ambrosiana che hanno viaggiato lungo la rotta balcanica

di Redazione

Due giorni che mettono al centro la carità come stile di vita individuale e comunitario. E che ha delle ricadute molto concrete in questo momento storico nel rapporto che si instaura con i profughi che arrivano in Europa e in Italia. I due giorni sono quelli che annualmente Caritas Ambrosiana dedica all’incontro con i responsabili delle Caritas decanali, gli operatori e i volontari. L’organizzazione della diocesi di Milano – che conta 72 Caritas decanali che coordinano 850 Caritas parrocchiali – dalla scorsa estate è impegnata nella realizzazione di un piano di accoglienza diffusa nelle parrocchie a favore dei richiedenti asilo ha scelto, proprio per questa ragione di intitolare l’incontro annuale “Sconfinati – Porte Aperte”.

Sabato 10 e domenica 11 settembre a Seveso sono attese circa 300 persone che, negli spazi del Centro Pastorale Ambrosiano ascolteranno gli interventi di monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la cultura, la carità, la missione e l'azione sociale e presidente di Caritas Ambrosiana; don Giuseppe Como, docente di Teologia spirituale al Seminario di Venegono Inferiore, e il professore Riccardo Redaelli, direttore del Centro ricerche sul sistema Sud e Mediterraneo Allargato dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Non mancheranno poi le testimonianze degli operatori di Caritas Ambrosiana che hanno viaggiato lungo la rotta balcanica e per i lavori di gruppo sui temi dell’ospitalità diffusa, dei progetti del territorio, della comunicazione, alla luce di alcune buone prassi sperimentate dalle comunità diocesane.

Gli ultimi interventi della due-giorni di riflessione saranno quelli di Silvia Sinibaldi, direttrice aiuti umanitari di Caritas Europa e le conclusioni del direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti

In apertura foto di Marcello Paternostro/Afp/Getty Images


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