Famiglia

Fao: per Diouf un fallimento collettivo lotta contro la fame

L'Italia promossa per impegno

di Redazione

”Devo ammettere che, fino ad oggi, la lotta alla fame nel mondo è stata un fallimento collettivo”. L’amara constatazione viene proprio da uno degli uomini maggiormente impegnati in questa difficile battaglia per ridurre il divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri e, soprattutto, per colmare le carenze alimentari nel mondo, il direttore generale della Fao, Jacques Diouf. A pochi giorni dal Vertice mondiale sull’alimentazione di Roma (10-13 giugno), Diouf non ha nascosto la realtà della situazione, confermando che l’obiettivo che l’Agenzia dell’Onu si era posto nel 1996 – dimezzare i morti per fame nel mondo entro il 2015 – si è rivelato irrealistico. Per questa ragione nei lavori che si aprono lunedì prossimo nell’edificio alle Terme di Caracalla si procederà alla ricerca di stanziamenti straordinari e si cercherà di impegnare effettivamente i Paesi donatori ad adempiere alle loro promesse con adeguati stanziamenti. ”Mi auguro che da questo summit nasca – ha detto Diouf – un’alleanza internazionale contro la fame nel mondo; un’intesa che dovrà coinvolgere non solo i governi e gli enti locali, ma anche la società civile”. Il direttore generale della Fao ha avuto pero’ un giudizio lusinghiero sull’Italia, Paese che ospita permanentemente l’organizzazione internazionale: ”devo dire che l’Italia e’ uno dei Paesi che consideriamo come un modello. Se tutti i governi – ha aggiunto – avessero agito come ha agito l’Italia, avremmo centrato il nostro obiettivo”. La responsabilità di queste difficoltà risiedono, secondo Diouf, ”in una mancanza di volontà politica”; per questo Diouf si augura che dal vertice di Roma possa uscire qualcosa di più concreto.

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