Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Attivismo civico & Terzo settore

San Patrignano: «Addio Gian Marco, capitano coraggioso»

Gian Marco Moratti ha voluto essere sepolto nel cimitero della comunità fondata da Vincenzo Muccioli. Il cordoglio del Presidente Antonio Tinelli

di Redazione

Così il Presidente della Comunità di San Patrignano, Antonio Tinelli ricorda Gian Marco Moratti.

«Per la comunità di San Patrignano Gian Marco Moratti ha avuto da sempre un valore familiare, intimo e un legame profondo. Lui ci ha sempre insegnato a vivere la comunità come una famiglia, dove si coltiva l’attenzione ai bisogni dell’altro, dove si vive in funzione dell’altruismo. È stato una persona straordinaria, in grado di armonizzare, di comprendere e di superare i limiti insiti in ogni uomo», afferma Tinelli.

«Non più tardi di sabato scorso l’abbiamo sentito al telefono e anche in quest’ultimo colloquio non è mancato il suo sostegno e il suo consiglio per la nostra opera di rinnovamento. Da parte nostra – continua – il miglior modo per ricordarlo è mantenere vivi i suoi valori, di ribadire la piena fedeltà allo spirito di appartenenza a una comunità che da 40 anni a questa parte opera nel riconoscimento dei valori dell’altro. Lo dobbiamo alla sua abnegazione che non è mai venuta meno, neppure negli ultimi tempi. A volte lo abbiamo visto un po’ affaticato, ma la sua esplosione di energia e il suo entusiasmo non sono mai venuti meno».

«San Patrignano è come un puzzle, ma è lo spirito di fondo che deve sopravvivere», conclude Tinelli. «Ed è proprio ora che lui non c’è più che l’abbiamo capito profondamente. Ci mancherà un faro, una guida, ma troveremo in noi le energie per non disperdere l’eredità più importante che ci ha lasciato: il grande valore morale».

Queste invece le parole con cui la Fondazione di San Patrignano ha ricordato Gian Marco Moratti.

Se n’è andato un padre. La grande famiglia di San Patrignano piange la scomparsa di Gian Marco Moratti, avvenuta nelle prime ore di lunedì 26 febbraio. Una presenza costante, riservata ma sempre rassicurante, che infondeva coraggio e forza alle migliaia di ragazze e ragazzi della comunità. La comunità in cui aveva creduto fin dall’inizio, per cui aveva lottato, gioito e sofferto. La cerimonia funebre si tiene oggi, martedì 27 febbraio alle ore 17.00 nell’auditorium di San Patrignano. Per volontà di Gian Marco la sepoltura avverrà nel cimitero di San Patrignano.

Era il 1979 quando conobbe Vincenzo Muccioli, incrociato per caso tramite un’amicizia comune. Fu subito conquistato dal progetto di accogliere quei ragazzi che nessuno voleva. A San Patrignano trovò persone che volevano cambiare il mondo secondo valori e ideali in cui lui stesso aveva deciso di spendersi in prima persona fino all’ultimo.

Con estrema umiltà, insieme alla moglie Letizia e spesso accompagnato dai figli, visse i tempi duri degli inizi nelle roulotte, nel fango, nel freddo. Sacrifici ripagati da uno spirito comunitario che ogni fine settimana lo spingeva a tornare, per risolvere problemi, progettare il futuro, condividere i giorni di festa.

Fu il suo un aiuto completamente disinteressato e portato avanti negli anni fedele al patto iniziale: poter continuare ad aprire la porta agli ultimi, agli emarginati.

Un uomo straordinario, dotato di una generosità fuori dal comune, di un’intelligenza emotiva che lo rendeva capace di dialogare con tutti. Un capitano coraggioso che fu in grado di affiancare Vincenzo Muccioli in acque tempestose, e per il bene di San Patrignano fu risoluto nel prendere decisioni anche molto dolorose.

Amava il miracolo della vita che vedeva nei ragazzi che in comunità abbandonavano la maschera delle sostanze e si rivelavano nell’unicità di persone certamente fragili, ma di cui intuiva il potenziale. Aveva piacere di sedersi a tavola con i ragazzi ogni volta che ne aveva la possibilità, ascoltando le loro storie, condividendo le loro conquiste, le loro speranze.

È riduttivo pensare a Gian Marco come solo a un filantropo. Era il primo dei volontari, il primo a cercare soluzioni concrete per aiutare i ragazzi, convinto che attraverso la giusta opportunità ognuno possa dare il meglio di sé. Come quando se ne va un amato padre di famiglia, le ragazze e i ragazzi della comunità continueranno ad ispirarsi alla sua bontà e alla sua profonda umanità. Ed è anche nel suo nome che tutta San Patrignano porterà avanti il suo impegno.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA