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A passo di scout verso l’integrazione dei disabili

L’associazione Guide e scouts cattolici italiani ha lanciato un’iniziativa per favorire percorsi di accoglienza: «Ogni forma di diversità per noi è una ricchezza», sottolineano Giorgia Caleari e Francesco Bonanno di Agesci. Sabato 2 giugno alla base scout di Bracciano in programma il convegno "Con il tuo passo"

di Antonietta Nembri

L’accoglienza di ragazzi e ragazze con disabilità è sempre stato un tema caratterizzante la proposta educativa dell’Agesci (Associazione guide e scouts cattolici italiani) . Per capire quali siano gli elementi da confermare e quali invece gli eventuali nuovi percorsi da avviare sabato 2 giugno oltre 300 partecipanti provenienti da tutte le regioni d’Italia saranno presenti al convegno alla Base Scout di Bracciano dal titolo “Con il tuo passo, Percorsi di accoglienza in Agesci” che vuole essere un momento per fare il punto e approfondire la metodologia.

La strada, il cammino è un’immagine forte nell’immaginario scout e proprio a essa si richiama il convegno organizzato dall’Agesci dedicato ai percorsi di accoglienza dei ragazzi con disabilità che nel titolo “Con il tuo passo” riassume la filosofia dell’azione educativa dell’associazione. Giorgia Caleari e Francesco Bonanno, già incaricati al coordinamento metodologico Agesci che hanno lavorato alla preparazione del convegno (dopo il Consiglio Generale i nuovi incaricati sono Tania Cantini e Paolo Carboni) spiegano che l’obiettivo è «mantenere attuali gli strumenti metodologici, quali la coeducazione, la vita all’aria aperta, l’abilità manuale o la vita comunitaria; pensiamo che dobbiamo continuamente interrogarci su tutti i temi che toccano il mondo di bambini, ragazzi e giovani. Oggi è la disabilità, ma anche l’accoglienza di ragazzi di altre religioni e culture, tenendo saldo il principio che» sottolineano «ogni forma di diversità è ricchezza per tutti se vissuta nella reciprocità».


Il manifesto ufficiale del convegno

Su oltre 150mila ragazzi dai 7 ai 21 anni le persone con disabilità inserite nelle diverse branche (lupetti/coccinelle – esploratori/guide – rover/scolte) sono circa il 3%, percentuale simile a quella rilevata dall’Istat nelle scuole. Tra gli obiettivi del convegno del 2 giugno a Bracciano vi è «valutare l’adeguatezza del nostro strumento metodologico e la capacità dei capi educatori di saperlo adattare» rivelano Caleari e Bonanno che ricordano come il monitoraggio condotto su scala nazionale abbia fornito «informazioni importanti sulle difficoltà quali la relazione con altre agenzie educative, i rapporti con le famiglie, le capacità dei capi nell’applicazione di alcuni strumenti metodologici».

Con un’avvertenza «non esistono percorsi differenziati» e nelle attività proposte alle diverse fasce d’età il ruolo del capo scout (oltre 32mila in Agesci) è «come quello di un sarto artigianale che realizza l’abito su misura, con pazienza, amore e competenza» spiegano. «La proposta educativa si fonda sui bisogni specifici di ognuno ed è in ascolto dell’unicità di ciascuno ragazzo; ogni attività proposta tiene sempre conto delle potenzialità di ognuno, in modo che si giochi valorizzando le differenze e allenando lo sguardo ad andare oltre ciò che appare».

Il convegno sarà «un’occasione per raccogliere esperienze significative sulla nostra capacità di accogliere e di lasciarci accogliere da ragazzi e ragazze con disabilità» concludono Caleari e Bonnano. In allegato il programma che prevede incontri in plenaria e un pomeriggio di semiari a rotaione.

In apertura foto Agesci di Ilaria Tomasi