Famiglia
Ford, Nestlé e altri colossi alla sbarra per aver sostenuto l’apartheid
Il processo contro il vecchio regime segregazionista sudafricano, in corso a New York, sta scuotendo le multinazionali americane ed europee
di Redazione
E’ una lunga lista della vergogna, quella che sta emergendo in questi giorni a New York durante il processo intentato da alcune delle vittime dell’apartheid in Sudafrica contro imprese statunitensi ed europee accusate di aver appoggiato e finanziato il vecchio regime segregazionista.
La causa collettiva presentata davanti al tribunale federale, vede infatti l’iscrizione tra le fila degli imputati dei nomi di alcuni dei principali colossi mondiali del settore automobilistico, finanziario ed alimentare. Tra questi si trovano la Ford Motor, la General Motors e la Volkswagen. I gruppi petroliferi Mobil, Caltex e Royal Dutch Shell, gli istituti di credito britannici National Westiminster, Barclays e Standard Chatered, e quelli francesi Credit Lyonnais e Indosuez. Ma anche il gigante svizzero del comparto alimentare, Nestlè. È stato Ed Fagan, che guida il pool di avvocati della parte lesa, a snocciolare di fronte alla corte i nomi delle aziende che si sono andate ad aggiungere ad altri giganti del mondo finanziario internazionale: Citigroup, Ubs (Unione banche svizzere), Deutsche Bank. Tutti questi gruppi dovranno affrontare una serie di richieste per risarcimento danni arrecati, che in totale ammontano ad una cifra stimata tra i 50 mila e i 100mila milioni di dollari. L’accusa per tutti è di aver collaborato e sostenuto “la più grave violazione dei diritti umani che la storia ricordi”, come Fagan ha definito il regime di ‘apartheid’, il governo basato sul razzismo istituzionalizzato vigente per anni in Sudafrica.
Info: www.misna.org
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