Volontariato

L’ultimo della fila

di Andrea Cardoni

Qualche giorno fa ho incontrato un maestro di una scuola elementare che sta girando l’Italia con un progetto che si chiama Zero Waste Italy Tour per parlare di riciclo, di riuso e di rifiuti che una volta è andato fino in America a parlare di queste cose e io gli ho chiesto che cosa ci entrasse un maestro elementare con il riciclo, il riuso, i rifiuti e lui mi ha risposto che «quando si educa non bisogna dare per scontato niente e bisogna parlare all’ultima fila, non alla fila dei bravi» e a me questa cosa di parlare all’ultimo della fila mi ha fatto venire in mente i maestri che conosco in Tanzania che lì sono tutti gli ultimi della fila e pure i maestri sono gli ultimi della fila e a me, gli studenti e i maestri della Tanzania, mi hanno insegnato il riciclo e il riuso, tranne i rifiuti che in Tanzania, dove vado io, i rifiuti non li fanno proprio e però restano gli ultimi della fila perché ci sono gli altri che gli portano i loro rifiuti e gli prendono le loro cose per farci i rifiuti. E io questa cosa gliel’ho detta a questo maestro di scuola elementare che parlava di riciclo, di riuso e di rifiuti e quando è andato a parlarne fino in America gli hanno dato pure un premio che dicono che è il premio nobel dell’ecologia e già che era lì, questo maestro elementare ha parlato di riciclo, di riuso e rifiuti pure a un signore in una Casa Bianca che però non so se questo signore di questa Casa Bianca era nella fila dei bravi o nell’ultima fila perché lui e quelli come lui (e come noi) mi viene da dire che qualcosa ci entra con i rifiuti in Tanzania o in altri posti dove tutti sono ultimi. E io se tornassi a scuola vorrei avere un maestro elementare che si chiama Rossano Ercolini e vorrei essere nell’ultima fila, come i maestri e gli studenti della Tanzania che riciclano, riusano, che non fanno rifiuti, ma che restano gli ultimi della fila.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.