Gli ultimi dati Istat sulla cooperazione sociale risalgono a fine 2005 (poi pubblicati qualche anno dopo). Stessa sorte per la prima – e temo ultima – indagine sulle fondazioni. Bisogna andare ancora più indietro per le organizzazioni di volontariato. E se consideriamo l’intero comparto non profit arriviamo addirittura al 2001. Dando per defunto il nuovo censimento tematico (previsto per il 2010) attendiamo fiduciosi quello generalista (industria e servizi) per il 2011. Non è una rivendicazione da ricercatore in declino, ma un tema grave che meriterebbe più attenzione da parte delle organizzazioni di rappresentanza e dei media. Va bene il cinque per mille, va bene anche la raccolta firme per i francobolli, ma senza informazioni certe è davvero difficile non solo indagare ma fare policy making e soprattutto dare corpo a nuovi indicatori che nelle intenzioni di molti addetti ai lavori, tra i quali il presidente dell’Istat, dovrebbero gettare le basi per una nuova misurazione della ricchezza e della qualità della vita. Come si fa senza non profit?
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