Cultura

Mi misuro con l’olocausto

3 domande a /Milena Vukotic

di Chiara Brusini

Ha lavorato con Risi, Fellini, Scola, Buñuel. Tutti noi la ricordiamo come ?la Pina? nella serie di Fantozzi, e poi come ?nonna Enrica?. Ora è a teatro con Il piccolo portinaio, dedicato ai bambini vittime nei campi di concentramento.

Chi è il bambino che dà il titolo al monologo?
è il figlio di una famiglia di ebrei che nel 1944, a Roma, fanno i portinai del palazzo in cui vive la vedova borghese che interpreto. Lei si affeziona al bambino e quando la famiglia è deportata perde la ragione per il dolore.

A marzo farà Lasciami andare madre: ancora l?Olocausto…
Sì, ma nella storia di Helga Schneider, abbandonata a tre anni dalla madre che vuole diventare SS ad Auschwitz: il tema principale è quello dell?abbandono, della maternità negata.

E’ nota al pubblico per il cinema e la tv, più che per il teatro. Lei cosa preferisce?
Il cinema. Sono mondi diversi: uno spettacolo teatrale si prova anche per un mese, in un film ogni gesto rimane per sempre fissato su pellicola.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.