Mondo

Haiti al voto, chiusa la fontiera dominicana

Ma la popolazione si sta per ora recando alle urne senza incidenti.

di Chiara Brusini

Sono cominciate alle 6, le 12 italiane, le operazioni di voto ad Haiti per eleggere il presidente della repubblica (Rene’ Garcia Preval, gia’ presidente fra il 1996 e il 2001 e vicino all’ex presidente in esilio Aristide, è dato per favorito) ed i membri di Camera e Senato. La Repubblica dominicana ha chiuso tutte le frontiere con il paese vicino, ”nel caso si presenti una qualche emergenza”, e ha aggiunto altri 500 uomini armati al contingente normalmente impiegato.

Secondo il vice comandante della Missione dell’Onu di stabilizzazione di Haiti (Minustah), il generale cileno Eduardo Aldunate, la situazione nelle principali citta’ haitiane e’ calma, con lunghe file di cittadini in attesa di votare. Un’ora dopo l’orario previsto di apertura dei seggi gli elettori non avevano cominciato ancora a votare a Jacmel, citta’ storica a 118 chilometri da Port au Prince.

Intervistato da Radio Cooperativa del Cile, il generale Aldunate ha assicurato comunque che ”il clima e’ di assoluta tranquillita’ a livello nazionale, e ne’ ieri ne’ nelle prime ore di oggi sono stati segnalati incidenti”. L’alto ufficiale cileno ha assicurato che ”si sta curando particolarmente la sicurezza a Cite’ Soleil, agglomerato urbano che in passato ci ha dato molti problemi”.

Intanto a Santo Domingo la stampa segnala che contemporaneamente alle elezioni ad Haiti sono cominciate manovre congiunte dominicano – statunitensi nella provincia di Barahona, a 200 chilometri dalla capitale. Ma il maggiore Edwin Cruz, ufficiale della Forza operativa congiunta di Barahona ha escluso qualsiasi relazione fra le manovre e le elezioni ad Haiti. ”Si tratta di una missione che ha carattere esclusivamente umanitario e punta alla costruzione di quattro ospedali ” ha spiegato.

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