Mondo
Africa: nasce fondo Ue per le infrastrutture
Per il 2006-07, previsti oltre 300 milioni di euro di investimenti dell'Unione europea per il rilancio delle opere infrastrutturali in Africa
di Redazione
Nell’ambito della nuova strategia europea per lo sviluppo dell’Africa, la Commissione Ue e la Banca europea per gli investimenti (Bei) hanno lanciato oggi un nuovo fondo fiduciario per il finanziamento delle infrastrutture nel continente.
L’esecutivo di Bruxelles ha previsto uno stanziamento iniziale per il 2006-2007 di 60 milioni di euro in donazioni che si aggiungera’ a prestiti della Bei tra i 220 e i 260 milioni. ”E’ uno strumento innovativo che puo’ veramente fare la differenza”, ha commentato il commissario Ue per lo sviluppo e gli aiuti umanitari Louis Michel, nel corso di una conferenza stampa. Dal canto suo la Bei fara’ la sua parte fornendo prestiti a tassi ”molto agevolati” alle istituzioni africane che investiranno in progetti infrastrutturali, ha osservato il presidente della banca Philippe Maystadt.
L’ambizioso obiettivo dell’Ue e’ di creare una serie di reti di vie di comunicazione, energetiche, di telecomunicazioni e per la distribuzione dell’acqua, attraverso tutto il continente africano. A questo scopo e’ previsto un aumento delle donazioni europee verso l’Africa di almeno 8 miliardi di euro per anno fino al 2010, e incrementi di 16 miliardi negli anni successivi. Centrare questo obiettivo significa per i singoli stati membri dell’Ue, portare la quota di Reddito interno lordo (Ril) nazionale dedicata allo sviluppo allo 0,58% entro il 2010 per i vecchi 15 membri e allo 0,17% per i dieci nuovi membri. L’Italia, secondo gli ultimi dati a disposizione della Commissione Ue, nel 2004 era ancora allo 0,15%, la peggiore performance tra i 15.
Quanto alla Bei, il suo finanziamento rappresenta un passo verso una maggiore presenza in Africa dove finora la banca ha attivita’ piuttosto ridotte. Secondo i dati distribuiti oggi, e relativi alle operazioni del 2005, la Bei dedica a tutti i paesi del gruppo Acp (76 tra Africa – tranne area mediterranea – Caraibi e Pacifico) poco piu’ del 2% dei suoi prestiti complessivi. Sebbene rappresenti una parte limitata delle attivita’ della Bei (per oltre il 90% concentrate sugli stati Ue), la presenza nei paesi Acp e’ stata contestata da un recente rapporto pubblicato da alcune organizzazioni non governative (tra le quali la Campagna per la riforma della banca mondiale) che accusa la Bei di limitare il suo impegno in questi paesi a favore delle grandi compagnie attive soprattutto nel settore estrattivo, piuttosto che per alleviare in modo diretto la poverta’.
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