Mondo

Vignette: nel sudest asiatico, adottata la censura per placare la rabbia

Per non gettare olio sul fuoco, alcuni governi asiatici decidono di proibire la ripubblicazione delle vignette su Maometto

di Redazione

Dal sudest asiatico giungono ripetuti appelli alla calma. Scegliendo di censurare la pubblicazione delle vignette su Maometto, molti Paesi hanno decios di non alimentare polemiche e violenze anti-occidentali. In Indonesia e’ stato incriminato il direttore del settimanale scandalistico ‘Peta’, che aveva pubblicato le vignette apparse in origine su un quotidiano danese. Imam Tri Karso Hadi e’ accusato di blasfemia e rischia fino a 5 anni di carcere. Tremila copie della rivista sono state ritirate.

Il governo malaysiano ha deciso di proibire la pubblicazione, la riproduzione e persino l’introduzione nel Paese delle vignette incriminate. Il provvedimento e’ stato preso dopo che la ‘Sarawak Tribune’, editrice del quotidiano ‘Sunday Tribune’ si era vista negare dal Consiglio dei ministri l’autorizzazione a pubblicare i disegni. In Bangladesh si e’ mobilitato addirittura il primo ministro, signora Khaleda Zia, per condannare come “estremamente arroganti” le vignette sul profeta. “In un momento come questo si tratta di provocazioni decisamente inopportune” ha detto, e, senza mai nominare il governo danese, ha auspicato che “al piu’ presto le autorita’ competenti presentino le loro scuse”.

Secondo il premier di Dacca, la pubblicazione dei disegni ha “violato i limiti della liberta’ e della responsabilita’”. Nelle cattolicissime Filippine, i leader della comunita’ musulmana hanno fatto appello alla moderazione. Dopo una manifestazione di circa 200 persone raccolte davanti a una moschea di Manila per protestare contro le vignette, gli ulema hanno chiesto ai fedeli “sobrieta’” nelle proteste, pur sottolineando che “la liberta’ di stampa che non puo’ calpestare quella di religione”.

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