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Sentinelli: sulla Somalia serve dialogo tra le forze politiche
Così la viceministra degli Esteri con delega a Cooperazione e Africa subsahariana dopo la riunione con il gruppo di contatto internazionale per la Somalia riunitosi a Bruxelles
di Redazione
L’Italia ”pone attenzione massima in questa fase alla ripresa di un processo di riconciliazione” e quindi ”del dialogo” tra le parti coinvolte in Somalia. A sottolinearlo e’ stato il vice ministro degli Esteri con delega alla Cooperazione e all’Africa Sub-Sahariana, Patrizia Sentinelli, al termine della riunione con gli altri rappresentanti europei del gruppo di contatto internazionale per la Somalia riunitosi a Bruxelles. Ma ”questa riconciliazione -ha sottolineato- deve partire dall’interno delle forze politiche o si potrebbero generare ancora le stesse frizioni che ci hanno portato alla fase precedente”. Per Sentinelli senza il dialogo ”non vi e’ forza di pace internazionale che possa essere credibile”.
La posizione espressa dalla presidenza tedesca di turno dell’Ue sulla situazione in Somalia ”ha tenuto conto dei diversi accenti posti da ciascun paese”, ha detto Sentinelli, sottolineando che tra i vari membri del gruppo di contatto formato da Italia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Svezia e istituzioni Ue, vi e’ stata ”abbastanza sintonia e convergenza”. Roma da parte sua, ha ribadito il viceministro agli Esteri da Bruxelles, ritiene che sia fondamentale trovare ”una soluzione politica” alla crisi. ”Il problema della sicurezza c’e’, ma la natura politica del processo e’ quella prevalente”, ha aggiunto, spiegando che bisogna continuare ”sulla strada del dialogo”. L’Italia ”in questi mesi ha lavorato per favorire l’incontro fra le parti piu’ moderate delle Corti e le autorita’ transitorie” ma ”ora questo processo e’ stato interrotto dall’intervento militare dell’Etiopia” ha detto Sentinelli, sottolineando l’importanza che si riparta ”da qui, dal fatto che la Somalia deve tornare ad essere protagonista”. Il governo transitorio, ha aggiunto, ”non e’ l’unica forza di per se’ sufficiente a considerare legittima questa fase”, bisogna invece ripartire ”dall’interno delle varie espressioni politiche presenti anche in parlamento”. Quanto all’eventuale forza di pace che potrebbe istituire il gruppo di contatto ”certamente” non sara’ composta dai militari etiopi, ha detto. Per Sentinelli infatti ”serve una forza di peacekeeping vera”, deve ”esserci il riconoscimento di una forza accettata da tutte le parti e quindi anche con il coinvolgimento di forze islamiche che possono essere percepite meglio in funzione della stabilizzazione e della sicurezza”.
Il viceministro ha dunque fatto riferimento ad un eventuale ruolo dell’Unione Africana, spiegando che al momento ”sembrerebbe che solo l’Uganda abbia dato disponibilita”’. Di certo pero’ ”non mi pare che si possa parlare di forze europee – ha poi precisato – semmai si puo’ vedere, attraverso una formula successiva, ma questo non e’ stato l’oggetto della discussione” del gruppo di contatto che ha invece affrontato la questione ”del riavvio del processo di pace” in Somalia.
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