Mondo
Afghanistan, “i cooperanti non sono morti per fuga di gas”
Lo afferma l'ambasciatore Jolanda Brunetti, responsabile dell'Ufficio italiano giustizia a Kabul in riferimento alla morte di Stefano Siringo e Iendi Iannelli
di Redazione
”Non puo’ essere stata la stufa a uccidere Stefano Siringo e Iendi Iannelli perche’ quella che era nella stanza era elettrica”. L’ambasciatore Jolanda Brunetti, responsabile dell’Ufficio italiano giustizia a Kabul, ai microfoni di Radio 24 smentisce la prima ipotesi sulla morte dei due cooperanti italiani. ”Sicuramente – sottolinea – non c’era violenza, ma non abbiamo alcuna idea di cosa sia successo”. ”Il caso – aggiunge – e’ stato preso in carico dalla polizia giudiziaria italiana a Kabul. Sono loro che decideranno adesso i passi successivi. Ma credo che intendano mandare le salme in Italia al piu’ presto perche’ tutti gli esami relativi alle cause della morte vengano fatti in Italia”. ”Iendi Iannelli – spiega ancora l’ambasciatore a Radio 24 – era venuto da me ieri sera, in quanto esperto di computer, per controllare il mio pc. Quindi era andato via con Siringo, che lavorava qui con noi, visto che i due, poco piu’ che trentenni, erano buoni amici. Non so quali fossero i loro piani per la serata”.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.