Famiglia

Algeria: alluvioni nei campi profughi saharwi

Due ong italiane, il Cric a Africa70, lanciano l'allarme sulle inondazioni che hanno devastato il 50% delle strutture di campi profughi saharwi nella regione di Tindouf

di Redazione

Due giorni d’inferno nei campi profughi che accolgono i rifugiati saharwi nella regione di Tindouf, in Algeria. Tra il 9 e l’11 febbraio, piogge incessanti hanno straripato i torrenti che circondano i campi profughi distruggendo, secondo le prime stime della Mezza Luna Rossa, il 50% delle strutture presenti nei campi. Scuole, dispensari, ospedali e asili non sono stati risparmiate da inondazioni che hanno devastato le casupole di almeno 12mila famiglie.

Ora, si temono emergenze sanitarie a causa delle acque stagnanti che rappresentano un potenziale fattore di epidemie tra i rifugiati. Sono state interrotte le attività scolastiche per il rischio di ulteriori
crolli delle strutture; numerose famiglie dovranno essere evacuate nei prossimi giorni.

Le associazioni e le ong italiane e straniere presenti nei campi hanno sospeso i rispettivi progetti per fronteggiare lo stato d’emergenza. Tra loro, si segnala la presenza del Cric e di Africa 70. In coordinamento con le altre ong ed associazioni e con le istituzioni saharwi e internazionali, gli operatori delle due ong italiane stanno verificando la situazione, raccogliendo dati ed informazioni in modo da ottenere un quadro chiaro delle necessità nel breve e nel medio periodo che permetterà di individuare i settori prioritari in cui orientare le azioni di appoggio alla popolazione.

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