Non profit
Fondazione Gates: Eni risponde al Los Angeles Times
L'azienda italiana, citata dall'inchiesta americna come responsabile di danni alle persone e sostenuta dai fondi della Fondazione Gates, risponde al Los Angeles Times
di Redazione
L’articolo “Dark Cloud over good works of Gates Foundation” (Una nuvola nera oscura le opere di bene della Fondazione Gates), pubblicato il 7 gennaio dal Los Angeles Times, fa riferimento ai danni alla salute riportati dalla popolazione nigeriana attribuiti alla pratica del gas flaring attuata dalle compagnie petrolifere, inclusa Eni: “A tal proposito e’ importante notare che la combustione di gas negli impianti petroliferi genera essenzialmente CO2 e vapore acqueo piuttosto che altri prodotti nocivi per la salute”.
Cosi’ l’Eni replica, con una lettera al direttore, all’articolo del giornale statunitense. Eni, prosegue la lettera, e’ impegnata nello sviluppo sostenibile in tutti i Paesi in cui e’ presente, con un’attenzione particolare rivolta alla Nigeria, in cui e’ stata una delle prime compagnie petrolifere a mettere in atto progetti di sostegno alle comunita’ locali. In merito al gas flaring, attraverso la l’affiliata Nigerian Agip Oil Company (NAOC), Eni ha sviluppato nel 1999 il programma “Zero Gas Flaring”, che ha portato alla completa cessazione di questa pratica nell’impianto alimentato a gas Ob/Ob. Si e’ riusciti inoltre ad assorbire il 70% del gas prodotto a Ebocha, ed entro il 2009 si azzerera’ il gas flaring anche in questo impianto. Lo scorso novembre Eni ha ricevuto da parte delle Nazioni Unite l’approvazione per uno dei primi Meccanismi di Sviluppo Pulito (CDM o Clean Development Mechanism) progettati nel settore Oil & Gas per la riduzione delle emissioni di CO2 secondo quanto previsto dal Protocollo di Kyoto. Il progetto, sviluppato nell’impianto a ciclo combinato di cogenerazione ad alta efficienza di Okpai, in Nigeria, portera’ a ridurre le emissioni di CO2 di 1,497 tonnellate all’anno per i prossimi 10 anni, fornendo al contempo energia sostenibile alla popolazione locale.
Questo e’ solo uno delle centinaia di progetti sanitari, sociali o legati all’agricoltura e all’istruzione portati avanti da Eni in Nigeria negli ultimi anni. Solo per citarne alcuni, si ricorda che Eni ha lanciato in campo sanitario il progetto “Roll-Back Malaria”, che ha riguardato, tra l’altro, la creazione di un centro specializzato a Ologoama, dove la malaria e’ tra le prime cause di mortalita’. Eni ha inoltre sostenuto il progetto dell’Unicef di prevenzione della trasmissione madre-figlio del virus HIV. Altro importante progetto nel quadro dello sviluppo sostenibile e’ il “Green River Project”, volto ad implementare le coltivazioni e la trasformazione dei prodotti agricoli, a sviluppare l’attivita’ della pesca e il trasporto e la conservazione dei beni alimentari.
Tale progetto ha permesso agli agricoltori coinvolti di raddoppiare i raccolti. Eni e’ inoltre molto attivo nel settore delle infrastrutture: ha costruito strade, ponti, portato corrente elettrica e acqua potabile nei villaggi che ne erano sprovvisti e creato una rete fognaria laddove non c’era. Eni ha inoltre realizzato numerose attivita’ di formazione, “Adaptive Skill Acquisition”, per favorire l’inserimento di donne e giovani in attivita’ produttive, anche attraverso l’erogazione di sovvenzioni per l’avvio di nuove imprese. Ha contribuito inoltre alla realizzazione di programmi governativi relativi alla costruzione di nuove scuole e alla fornitura di materiale didattico.
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