Non profit

La concorrenza non ci spaventa. Ma di Banca Etica ce n’è una sola

C’è da fidarsi delle nuove Banche etiche? Quali sono i requisiti da cui poter giudicare la bontà o meno di nuove iniziative come queste? Risponde Fabio Salviato

di Redazione

Gentile dottor Salviato, ho letto su Vita che sta nascendo una nuova Banca etica in Centro italia. So che anche altri grandi istituti stanno mettendo in cantiere progetti in questa direzione. Mi piacerebbe sapere dal dottor Salviato come valuta questa proliferazione. C?è da fidarsi? Quali sono i requisiti da cui poter giudicare la bontà o meno di nuove iniziative come queste? La ringrazio della risposta che vorrà darmi.
Sebastiano Verlucchi, email

Sgombriamo il campo da qualsiasi dubbio: Banca popolare Etica è – e rimane – una soltanto. Il nuovo istituto di credito, cui immagino si riferisca il lettore, si chiama Eticredito-Banca Etica Adriatica, è una società per azioni nata a Rimini con il sostegno della locale Fondazione Cassa di risparmio e di Carim spa, e riunisce un?altra cinquantina di soci. Non vi è alcun legame tra le due realtà, se non nella scelta del nome, che per quanto ci riguarda risale a oltre dieci anni fa, nell?altro caso è molto più recente.

Detto questo, è chiaro che la finanza etica fa gola al mondo del credito tradizionale. Sempre più banche inseriscono tra le proprie proposte prodotti dedicati al sociale o all?ambiente, alcune arrivano ad ipotizzare la creazione al loro interno di istituti completamente dedicati a questi ambiti. Nei prossimi mesi ci troveremo probabilmente a competere con giganti come Unicredit o Banca Intesa. Come giudico questo scenario? Con una certa soddisfazione e senza alcun timore in fatto di concorrenza, ma con qualche dubbio sulla coerenza di simili operazioni. Ai risparmiatori vorrei ricordare che l?etica, in banca come in qualsiasi altra azienda, non è un prodotto ma un processo che impone coerenza a più livelli: nella fedeltà ai principi, nell?elaborazione delle strategie, nelle politiche commerciali, nei rapporti con i dipendenti, i fornitori, i clienti, nella valutazione delle ricadute sociali dell?operatività quotidiana. È chiaro che non esiste una formula matematica per misurare l?eticità, possiamo però individuare tre aspetti su cui porre l?attenzione nel valutare operatività e coerenza delle banche. Innanzitutto la totale trasparenza nel processo di credito, che permette ai risparmiatori di conoscere una per una tutte le realtà finanziate con i propri soldi; in secondo luogo una destinazione esclusiva dei finanziamenti verso ambiti di rilevanza sociale; infine una particolare sensibilità a livello di governance e partecipazione: in Banca Etica la consapevolezza di essere una comunità di soci, il diritto/dovere di partecipazione, il tentativo di concertare a diversi livelli le strategie, tenendo conto di bisogni e interessi talvolta eterogenei, fanno parte integrante di un impegno quotidiano che interpreta il concetto di responsabilità sociale nel suo significato più ampio.

Fabio Salviato è presidente di Banca etica.
Per rivolgergli le vostre domande potete inviare una email a: e&f@vita.it

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