Cultura
La Chiesa: stop al razzismo contro gli zingari
L'invito della Pastorale per i migranti: "I governi debbono rispettare questa minoranza, tra le minoranze, e riconoscerla, impegnandosi a sradicare gli episodi di razzismo"
di Redazione
“Sradicare razzismo e xenofobia” nei confronti degli zingari: è l’appello lanciato oggi da monsignor Agostino Marchetto, segretario del pontificio consiglio per la Pastorale per i migranti e gli itineranti. “I governi debbono rispettare questa minoranza, tra le minoranze, e riconoscerla, impegnandosi a sradicare gli episodi di razzismo e xenofobia ancora diffusi, che provocano discriminazione in materia di impiego, alloggio e accesso agli studi”, ha detto il prelato presentando un documento vaticano intitolato “Orientamenti per una pastorale degli zingari”.
Anche il cardinal Stephen Fumio Hamao, presidente dello stesso ‘dicastero’ vaticano, ha sottolineato in conferenza stampa che la storia degli zingari è “segnata molte volte da persecuzione, esilio, inospitalità, rifiuto, sofferenza e discriminazione”. Il prelato giapponese ha anche ricordato un messaggio che egli pronunciò nel 2000, anno del giubileo, nel quale invitò a pregare affinché “i cristiani sappiano pentirsi delle parole e dei comportamenti che a volte sono stati suggeriti dall’orgoglio, dall’odio, dalla volontà di dominio sugli altri, dall’inimicizia verso gli aderenti ad altre religioni e verso gruppi sociali più deboli, come quelli degli immigrati e degli zingari”.
Il pontificio consiglio guidato da Hamao, inoltre, rivolge l’invito di evitare la discriminazione anche all’interno della Chiesa cattolica. Nel documento presentato oggi, infatti, si sottolinea la necessità che le conferenze episcopali locali siano attente “a che la pastorale per gli zingari non subisca discriminazioni, ma riceva un trattamento proporzionato alla sua importanza”. Il documento, che sottolinea l’intenzione della Chiesa di perseguire “senza tentennamenti” l’impegno coi gli zingari, fissa vari obiettivi pratici in materia di evangelizzazione: traduzione dei testi liturgici, uso della musica nella pastorale, “molto apprezzata e suonata dagli zingari”, e promozione dei pellegrinaggi, che “rivestono un’importanza speciale nella vita degli zingari”
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