Welfare
In cella ricomincia il tutto esaurito
Manconi: «Due anni per intervenire sulle leggi su immigrazione, droga e recidiva». Ma a San Vittore è già allarme rosso
di Redazione
Sessanta carceri su 208, il 28,84% del totale, da inizio gennaio fanno segnare livelli di affollamento superiori alla capienza regolamentare. In alcuni casi, per esempio a Brescia e a San Vittore, il numero dei detenuti eccede perfino il limite tollerabile. Nella graduatoria per regioni è proprio la Lombardia a destare i maggiori allarmi. A Milano e dintorni appena 10 penitenziari su 23 rispettano i tetti di legge.
Non si scompone il provveditore regionale Luigi Pagano, «la Lombardia tradizionalmente registra il maggior indice nazionale di presenze», nonostante ciò «resto ottimista: negli istituti nuovo come Opera, Busto, Pavia e Vigevano ci sono, al massimo, due detenuti per cella». Qualche preoccupazione in più per il ?vecchio? San Vittore: «Lì in pochi metri quadrati vivono a contatto di gomito anche 5/6 persone».
L?indulto ha messo una toppa, ma il sistema penale italiano continua a produrre overbooking (dallo scorso settembre, a clemenza già decretata, a oggi le presenze sono cresciute di 1.200 unità e ora superano le 39mila a fronte di una capienza legale di poco superiore a 40mila). «Dati che si spiegano anche in ragione di una distribuzione dei detenuti e degli agenti non omogenea», abbozza il sottosegretario alla Giustizia, Luigi Manconi. Ma il punto è un altro. Nei prossimi due anni «dobbiamo mettere mano a tre leggi riempi-carcere: la Bossi-Fini sull?immigrazione, la Fini-Giovanardi sulle droghe e la Cirielli sulla recidiva». Tempo sufficiente per una maggioranza che su questi temi appare ancora lontana da una posizione comune? Manconi non si fascia la testa prima di rompersela -«non è vero che siamo così divisi» , ma annuncia: «Se fra un anno e mezzo saremo ancora a questo punto, gli allarmi sarebbero giustificati».
Conferma Pagano: «Il flusso degli arresti ordinari non si è mai interrotto». L?indulto potrebbe però costituire ancora una volta un buon salvagente. «Dopo l?approvazione della clemenza, a livello locale si sono aperti canali di dialogo fra l?amministrazione, le associazioni e gli enti locali che mi auguro rimangano attivi anche nei prossimi anni».
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