Sulla data del referendum confermativo della riforma costituzionale approvata dalla Cdl il Consiglio dei Ministri non ha ancora discusso ma, calendario alla mano, non è difficile calcolare che gli italiani saranno con molta probabilità chiamati a votare sulla Devolution o domenica 18 giugno o quella successiva, il 25 giugno. Come ha spiegato oggi il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, “siamo in attesa dell’ordinanza d’ammissione da parte della Corte di Cassazione, che riferirà la sua decisione il 21 aprile. Dopodichè sarà il Presidente della Repubblica ad indire (entro 60 giorni, ndr) il referendum e solo dopo che il Presidente della Repubblica si sarà pronunziato, il governo dovrà individuare una data tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno a partire dalla data di indizione da parte del Presidente della Repubblica”. In teoria, il Capo dello Stato quindi ha tempo fino al 20 giugno per indire la consultazione. Nel caso specifico Carlo Azeglio Ciampi ha tempo fino al 18 maggio, giorno in cui scade il suo mandato e “non credo che lasci il compito di indire il referendum al suo successore – osserva il senatore diessino Stefano Passigli – penso che lo farà lui stesso subito”. Anche perché, nel caso il compito venisse lasciato al nuovo presidente della Repubblica, la data della consultazione sulla modifica costituzionale potrebbe cadere in piena estate, con il termine massimo del 29 agosto. Dunque la decisione di Ciampi, presumibilmente, arriverà il giorno stesso o pochi giorni dopo l’ordinanza della Cassazione. E il periodo compreso tra il cinquantesimo e il sessantesimo giorno cadrà nella seconda metà di giugno. “Saranno così sciocchi da convocarlo il 25”, osserva Passigli che però non si dice preoccupato della data ‘estiva’: “I lavoratori agricoli non sono più così tanti – ironizza – una delle ragioni per cui fino agli anni ’50 non si andava mai a votare oltre il mese di maggio era perché da giugno in poi la gente batteva il grano”. La data del 25 giugno viene considerata papabile anche dal sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano (An) che però conferma che “ancora non se n’è discusso”. Anche il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, Donato Bruno (Fi), è sicuro: “Non si andrà oltre giugno, non è mai accaduto”.