Cultura
Corea del Sud, se il confucianesimo fa tornare di moda letica
Etica in economia. Esiste anche un modello coreano, parola delleconomista Thomas Hong-Soon Han. Che in questa intervista spiega in cosa consista.
di Redazione
Etica in economia. Esiste anche un modello coreano, parola dell?economista Thomas Hong-Soon Han. Che in questa intervista spiega in cosa consista.
E&F: Oggi i coreani, ispirati da una sorta di neoconfucianesimo, esercitano pressioni sulle grandi corporation (Samsung, Hyundai, Kyobo, ecc.) affinché si ponga l?enfasi sui processi e non solo sui risultati economici. Come lo spiega? Qual è la peculiarità della cultura imprenditoriale coreana?
Thomas Hong-Soon Han: La peculiarità della cultura coreana, e quindi anche del modo di fare impresa di questo paese, deriva dalla coesistenza di tre elementi: il confucianesimo, che è diventato ormai una cultura da cui è pervasa tutta la Corea; il buddismo, che precede addirittura il confucianesimo e che incontra tuttora ampia diffusione; il cristianesimo (in Corea cattolici e protestanti formano insieme un quarto della popolazione).
E&F: In che relazione sono confucianesimo e imprenditorialità?
Han: Il confucianesimo mette l?enfasi sul processo rispetto al risultato nel fare le cose ma non sempre l?etica del processo porta al successo nel business. Gli imprenditori non sono soliti rispettare un simile processo etico e per questa ragione i grandi imprenditori non sono stimati in Corea, al contrario di quanto avviene, per esempio, negli Stati Uniti. Una trasmissione televisiva molto popolare negli anni 70 ha coniato uno slogan riferito alla grande impresa e al potere politico e alle connessioni tra i due che ebbe molta fortuna nel paese: «Sono tutti ladri». Anche l?espressione «commerciale» in coreano ha un?accezione del tutto irrispettosa, è sinonimo stesso di «disonesto», di chi è incurante delle regole e delle leggi.
E&F: D?altronde, nel corso dell?ultimo regno (prima della colonizzazione giapponese avvenuta dal 1910 al 1945) i commercianti venivano considerati come la meno elevata delle caste…
Han: A quel tempo venivano in effetti considerate quattro differenti classi: la prima, la più alta, quella dei letterati e degli intellettuali; la seconda, quella degli agricoltori, ritenuta importante perché da essa proveniva il sostentamento; la terza, quella dell?artigianato e infine l?ultima, quella del commercio che, nonostante fosse alla base dello sviluppo economico, veniva collocata ai margini della società. Data una struttura di classe tanto rigida, come si poteva quindi pensare che il paese potesse svilupparsi? L?arretratezza
era associata a questa cultura.
E&F: Poi però ci fu la grande svolta…
Han: Certo, ma avvenne soltanto dopo la liberazione nel 1945 quando la gente volle a tutti i costi che il paese si sviluppasse economicamente. Poi ci fu la guerra, dal 1950 al 1953, seguita da una povertà assoluta. Il desiderio di sviluppo economico è stato talmente forte che il colpo di Stato è stato giustificato con il desiderio di superare questo disordine. Da lì la gente ha potuto permettere a un governo autoritario di origine militare di esercitare una dittatura finalizzata a promuovere il progresso economico. Allora la cultura confuciana venne messa da parte a favore di quella occidentale in quanto connessa con la tecnologia avanzata. Però arrivati a un certo stadio di sviluppo economico la gente ha cominciato a pensare diversamente. Nell?epoca del regime dittatoriale degli anni 70 non si poteva criticare apertamente e d?altra parte la gente riconosceva il merito di questo tipo di regime, quindi vigeva un clima di ambivalenza. Un?ambivalenza che esiste tuttora anche se adesso la gente torna a fare riferimento alla radice della cultura coreana. Ora si parla di bisogno di codice etico del comportamento dell?impresa.
E&F: Insomma, in Corea sta nascendo una nuova etica proprio ispirata da un ritorno alla cultura confuciana?
Han: Il confucianesimo dà rilievo all?eticità nelle relazioni tra le persone, tra governanti e governati, tra genitori e figli, tra moglie e marito, tra i colleghi, tra giovani e anziani, è basata sulla reciprocità nellerelazioni. Potrei sintetizzare questa eticità come armonia tra la gente, tra imprenditori e operai.
Di Flavia Carrara
Chi è
Economista della Hankuk University of Foreign Studies di Seoul e già preside della Business school della stessa università dal 2002 al 2004, Thomas Hong-Soon Han è membro dell?International Society of Business, Economics and Ethics.
Con Giacomo Corna Pellegrini ha scritto La strada coreana. Dalla modernizzazione
alla democrazia in Corea del Sud e in Asia orientale (Unicopli).
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