Welfare

A Rebibbia raduno dei carcerati scrittori

Scrivere in carcere è spesso un’àncora di salvezza, un modo di restare attaccati alla vita vera ...

di Redazione

Scrivere in carcere è spesso un?àncora di salvezza, un modo di restare attaccati alla vita vera, e lo sanno così bene quelli che operano in galera che hanno deciso di organizzare una Giornata di studi, il 27 febbraio a Rebibbia, interamente dedicata alla scrittura.

Ed è dalla testimonianza di un detenuto, Elton Kalica, che emerge tutta la forza di rottura dello scrivere: «Scrivevo dei racconti e man mano che avanzavo lungo il cammino della scrittura mi accorgevo di essermi inoltrato in una dimensione parallela, lontana dal carcere, in un mondo ardente che sostituiva la fredda cella e mi rivestiva di un calore magico fatto di curiosità, di fantasia, d?amore. Ovviamente raccontare storie non è semplice: bisogna descrivere in modo chiaro le scene, si devono spiegare con un certo ingegno i pensieri dei personaggi e inquadrare tutto con intensità e coinvolgimento. E per fare ciò servivano parole, parecchie parole, per me che, straniero ha comportato interminabili ricerche di aggettivi nuovi e di sostantivi originali. Quello che mi ha davvero stupito scrivendo, è stata la magia di fare tutto quello che le mura, i cancelli e i vetri blindati non permettono, una magia di cui soltanto la scrittura è depositaria».

Statistiche

In questi giorni si fa un gran parlare del Rapporto Italia 2007 che l?Eurispes presenterà a breve. Le prime anticipazioni riguardano l?opinione dei cittadini sull?indulto: due italiani su tre (66%) si dicono contrari al provvedimento di clemenza. Più della metà dei giovani è contraria a qualsiasi sconto di pena. Nessuno ha pensato che, forse, su certe percentuali conta una informazione massicciamente schierata contro l?indulto? E che dire del fatto che uno dei più importanti quotidiani italiani ha chiesto poi scusa del grossolano errore di Erba, giustificandosi perché la notizia era molto ?verosimile??

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