Volontariato

Farmaci:nel 2006 buttati 1,2mld di pillole

I farmaci acquistati e non utilizzati sono stati 1,18 mld

di Redazione

Un comportamento sbagliato, ma anche una cattiva gestione del servizio alla base di un fenomeno che, nel 2006, e’ costato 700 mln di euro allo Stato e 70 mln di euro alle famiglie. I dati, elaborati da FederAnziani, attraverso il monitoraggio dell’armadietto dei medicinali di 212 famiglie, fa risaltare il cattivo rapporto degli italiani con i medicinali: conservazione, smaltimento, mancanza di consapevolezza dell’enorme danno economico prodotto alle casse pubbliche.

Per curare i suoi cittadini lo Stato ha speso nel 2005 11,8 mld di euro (204 euro a persona), relativi a 478 mln di ricette prescritte (l’11% degli italiani se le fa prescrivere a cadenza mensile, il 77% al momento del bisogno). Le confezioni vengono conservate tra la cucina, il bagno e la camera da letto, comunque lontano dalla luce e dalle fonti di calore. Dall’operazione di ”setaccio” dell’armadietto viene fuori che il 66% delle famiglie oggetto dello studio aveva in casa fino a 10 confezioni di medicinali, nel 25% dei casi tra le 11 e le 20 confezioni e nel restante 9% oltre 20 confezioni, per un valore medio di circa 116,7 euro. Benche’ sempre a portata di mano, pero’, le medicine non vengono controllate periodicamente. Nella stragrande maggioranza dei casi (83,5%) lo fa al momento dell’uso, scoprendo che un terzo dei farmaci (31%) e’ scaduto, mentre per il 13% non si puo’ accertare la validita’, perche’ senza confezione.

Altro grande problema e’ lo smaltimento di quelli scaduti. FederAnziani ha rilevato che solo il 41,1% utilizza gli appositi contenitori, mentre il 56,1% normalmente li inserisce tra i rifiuti urbani. Ogni anno l’86% delle famiglie italiane elimina da 1 a 5 confezioni, tra le 6 e 10 confezioni il 9%, e l’1,4% oltre le 11 confezioni. ”La principale causa dello spreco -ha sottolineato Roberto Messina, Presidente di FederAnziani- va ricercata nelle quantita’ presenti nelle confezioni, esse sono sovradimensionate rispetto alle reali necessita”’. Per questo Messina rilancia la proposta delle confezioni start o con ridotte unita’ posologiche, ma avverte: ”Fino ad oggi non si e’ mai presa in seria considerazione la possibilita’ di immetterle sul mercato, ma credo che ora non si possa piu’ rimandare”. ”Come pure -conclude Messina- bisogna tenere presente l’intervento del presidente dell’Authority Garante della Concorrenza e del Mercato, Catricalà, e fare un riflessione: se al posto dei farmaci ”griffati” gli italiani utilizzassero di piu’ quelli generici o equivalenti, lo speco delle medicine scadute si ridurrebbe di oltre 200 milioni di euro’.