Mondo
Afghanistan: Cooperazione italiana per l’ospedale di Herat
Dopo la ricostruzione e la fornitura di materiale sanitario, otto medici afghani frequenteranno corsi di specializzazione in Italia.
di Redazione
Domenica pomeriggio, presso l’Ospedale di Herat, si e’ tenuta una breve cerimonia di ringraziamento per il sostegno fornito alla struttura sanitaria dal Provincial Reconstruction Team (PRT) a guida italiana, il cui personale civile e militare e’ impegnato da diversi mesi in una serie di progetti coordinati con il Dipartimento della Sanita’ della Provincia di Herat.
La componente della Cooperazione Italiana (Ministero Affari Esteri), che opera in seno al PRT con iniziative a lungo termine, ha realizzato e sta svolgendo numerosi ed ampi progetti di sostegno nell’ambito dell’ospedale. Tali progetti comprendono cospicue opere di riabilitazione strutturale nei locali del pronto soccorso e in numerosi reparti. Sono state consegnate attrezzature sanitarie, medicinali specifici e computer completi di accessori per gli uffici amministrativi.
I militari della Cooperazione Civile-Militare dell’Esercito (CIMIC) hanno effettuato l’adeguamento dell’impianto elettrico e la fornitura di riscaldatori per il reparto di pediatria, hanno fornito di equipaggiamenti il Pronto Soccorso e donato al complesso ospedaliero due ambulanze completamente equipaggiate.
Nell’ambito delle attivita’ di sviluppo professionale, otto medici afghani – tra cui due ginecologhe donne – saranno inviati in Italia per frequentare corsi di specializzazione. Alla cerimonia, organizzata dal personale appartenente all’ospedale di Herat, ha preso parte la Direttrice del Dipartimento della Sanita’ della Provincia, che ha espresso profondo apprezzamento per l’attivita’ di supporto svolta dal personale italiano.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.