Mondo
Etimos e Banca Etica in Srilanka
E partita a gennaio la collaborazione con il mondo delle Ong grazie ad un progetto che coinvolge Vis-Volontariato internazionale per lo sviluppo
di Redazione
Oltre 1.400.000 euro di finanziamenti erogati fino ad oggi. Da giugno 2005 a marzo 2006 Etimos ha erogato 1.400.000 euro a favore di organizzazioni di microfinanza dello Sri Lanka, nell’ambito delle iniziative promosse dalla Protezione Civile con i fondi raccolti grazie agli sms degli italiani.
Il progetto di Etimos e Banca Etica, oltre all’obiettivo innovativo di utilizzare gli strumenti del microcredito e della finanza etica per coordinare gli interventi del post emergenza nelle aree devastate dalla calamità, si proponeva anche la collaborazione con Organizzazioni non governative, soprattutto italiane, già presenti sul territorio.
E il 2006 si è aperto proprio con un finanziamento che realizza questo auspicio; sono infatti stati appena erogati 10.000 euro a Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo), un’Ong italiana già impegnata in Sri Lanka in interventi di ricostruzione, offrendo la possibilità di implementare tali interventi con programmi di microfinanza e di sostegno all’economia locale.
L’intervento coinvolge, oltre a Vis, una delle organizzazioni di microfinanza locali già partner di Etimos, Seeds; proprio Seeds costituirà per il futuro il legame con il territorio e la presenza costante di riferimento per la comunità locale.
Il contesto
Il villaggio di Kallampathai, situato a circa due ore a nord della città di Trincomalee, è stato gravemente colpito dalle conseguenze della guerra tra Governo e LTTE (conosciute anche come le “Tigri Tamil”) e, per questo, è stato abbandonato dalla popolazione a partire dal 1990. Fino ad allora a Kallampathai vivevano 350 famiglie in capanne di legno e fango. Dal ’90 queste famiglie si sono trasferite nei campi per rifugiati allestiti da UNCHR, sono emigrate in India o sono fuggite nei distretti di Jaffna e Trincomalee, dove hanno costruito abitazioni provvisorie lungo la costa. Lo tsunami ha duramente colpito numerose famiglie di Kallampathai, dislocate nelle diverse aree, facendo perdere loro per la seconda volta le dimore e i mezzi di sussistenza.
Alcune, anziché alloggiare nei campi profughi allestiti a Trincomalee, hanno deciso di ritornare al villaggio di origine. Vis, con la controparte locale Don Bosco Trust, è impegnato dal febbraio 2005 nella ricostruzione di unità abitative nel villaggio. L’iniziativa intende contribuire alla riabilitazione di strutture e attività fondamentali per le condizioni di vita delle famiglie residenti colpite dal maremoto. L?intervento mira a garantire rapidamente il rientro dei beneficiari a “normali” condizioni di vita, adottando un approccio integrato e proponendo anche specifiche azioni orientate alla produzione di effetti moltiplicatori nel medio e lungo periodo. Tale progetto si inserisce tra gli interventi finanziati dal Dipartimento della Protezione Civile italiana per la ricostruzione post-Tsunami in Sri Lanka.
Il progetto Etimos-Vis
Etimos mette a disposizione di Vis 9.800 euro per dare vita, tramite Seeds, ad un piano di sensibilizzazione alla cultura del risparmio e del credito tra i membri della comunità di Kallampathai e intervenire, in fase successiva, con l’erogazione di un fondo di credito per l’avvio di attività generatrici di reddito. Più in generale l’intervento intende attivare il tessuto economico del villaggio e i legami commerciali con il mercato di sbocco: la città di Trincomalee.
L’obiettivo è di integrare il progetto di ricostruzione di case e “livelihoods” realizzato da Vis presso la comunità di Kallampathai, consentendo l’avvio di un’economia sostenibile in loco, che possa permettere in futuro alla comunità di rimanere a vivere nel villaggio.
A medio termine, il progetto si propone di garantire la continuità di quanto fatto fino ad ora da Vis, attraverso il collegamento della comunità con un’istituzione di microfinanza locale che possa diventare di riferimento per Kallampathai. Attualmente quasi nessuno tra i membri della comunità è impegnato in attività produttive che possano essere nel futuro fonte di sostentamento. Il 90% degli abitanti sta infatti svolgendo lavoro remunerato per la costruzione delle case ed altre attività pagate da Ong internazionali che nell’arco di alcuni mesi lasceranno lo Sri Lanka.
Per approfondimenti: www.etimos.it/ita/asia/srilanka.html
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